La Nuova Ferrara

Monestirolo L’ipotesi più accreditata è che abbia avuto un malore dopo essere salito sul tetto per dei lavori di riparazione e sia deceduto. Ma per capire cosa sia davvero accaduto a Gabriele Bianchini, 83 anni, residente nell’edificio al civico 74 di via Argenta e trovato privo di vita la sera del 31 agosto, servirà aspettare l’esito dell’autopsia disposta dalla sostituta procuratrice Barbara Cavallo.

Al momento, anche se nessuna pista viene esclusa e l’indagine è ad ampio raggio, non sembrano esservi segnali di un coinvolgimento di terzi nel dramma. Rimane da capire anche da quanto tempo Bianchini fosse lì, privo di vita. Giovedì sera, appena dopo il ritrovamento, la prima ipotesi che circolava è che fosse morto da almeno 10 giorni, due settimane. Ma non è escluso che fosse lì anche da più tempo, addirittura da oltre un mese, da poco dopo la fortissima grandinata del 22 luglio che avrebbe determinato la rottura del tetto e la conseguente necessità di ripararlo: ecco perché l’83enne vi è salito sopra, per constatare l’entità del danno e riparlarlo. In questo momento, ovviamente, si tratta solo ed esclusivamente di una ricostruzione ipotetica e al vaglio degli inquirenti.

Il lungo tempo intercorso tra la morte e il ritrovamento del cadavere, accende in ogni caso interrogativi anche sulla solitudine dell’uomo che, da quello che si era appreso subito dopo il ritrovamento, viveva da solo e conduceva una vita molto riservata.

A permettere di ritrovarlo è stato un suo vicino di casa, che verso le 19,30 di giovedì ha visto il suo corpo da una finestra e ha lanciato l’allarme. Subito sono arrivati i carabinieri di Portomaggiore, oltre che i sanitari e i vigili del fuoco. La prima ispezione cadaverica effettuata dal medico legale sul posto, con tutte le difficoltà del caso visto l’avanzato stato di decomposizione, ha escluso la presenza di segni di violenza esterna. 

D.O.

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