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Ferrara, Talmelli (Pd) frena su Anselmo: «Sbagliato il metodo dei 5 Stelle»

Gian Pietro Zerbini
Ferrara, Talmelli (Pd) frena su Anselmo: «Sbagliato il metodo dei 5 Stelle»

«Nulla da dire sull’avvocato, ma c’è il tavolo per scegliere la candidatura»

06 settembre 2023
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Ferrara Fabio Anselmo candidato a sindaco della coalizione del centrosinistra? Dopo che il M5s ha ufficialmente lanciato l’avvocato ferrarese per la corsa alla poltrona di sindaco per contrastare Alan Fabbri, arriva una prudente frenata da parte del Pd per voce del suo segretario comunale Alessandro Talmelli. Non sul candidato ma sul metodo.

«Bisogna evitare - dice il segretario comunale dem - di ripetere gli stessi errori compiuti duranti la campagna elettorale del 2019, non è bene presentare i candidati che più ci aggradano sui giornali. Il luogo giusto per proporre e avanzare candidature a sindaco per la prossima tornata elettorale del 2024 è il tavolo della coalizione dentro il quale ci sono i partiti del centrosinistra, liste civiche e anche i 5 stelle. Un tavolo che abbiamo costruito a fatica in questi anni e che non ho alcune intenzione di sciogliere perché ognuno porta in dote una sua sensibilità e una sua preferenza. Si rispettano tutti, il fatto che ci siano nominativi così autorevoli come candidature a sindaco è positivo, c’è voglia di tornare al governo della città e a dare una visione alternativa a quella attuale. Non bisogna sprecare questa opportunità».

Per il Pd, secondo Talmelli, va bene l’identikit di un candidato o di una candidata civica della società, che abbia una caratura importante e conosciuta.

«L’abbiamo detto per primi già da più di un anno - continua il segretario del Pd - con il tavolo ci siamo messi al servizio della coalizione e non abbiamo nessun intenzione di mettere cappello sopra i candidati, ma bisogna che questo nominativo di candidato esca dal tavolo della coalizione, senza fughe in avanti».

La partita per Talmelli è quindi ancora aperta, chiunque sarà il candidato, dice, non dovrà fare una corsa in solitaria, ma deve avere un gruppo compatto di partiti e movimenti civici che lo sostengono, non ce la farà a governare da solo. Sarà una corsa molto impegnativa e in salita, per cui è meglio essere prudenti in questa fase e fare squadre.

«Ovvio - conclude - che fare squadra non vuol dire disperdere le identità e le peculiarità di ciascuno, ma trovare punti in comune. Stiamo facendo questo tipo di lavoro anche all’Agorà della festa dell’Unità, serve per portare proposte e poi andare a sintesi. Dobbiamo essere consapevoli che più la coalizione è larga e unita e più abbiamo possibilità di vincerla e giocarcela. Ce lo dicono quelle persone che vengono alla festa: “mi raccomando state uniti che solo insieme si vince, divisi sarà sconfitta certa”. Consigli da tenere bene in considerazione». l