La Nuova Ferrara

Ferrara

L’omicidio

Ferrara, ancora incerto l’esito dell’autopsia su Davide Buzzi

Gioele Caccia
Ferrara, ancora incerto l’esito dell’autopsia su Davide Buzzi

Il risultato dell’esame potrebbe modificare le responsabilità dei due indagati, da chiarire la letalità dei colpi inferti con un coltello e con un lucchetto

09 settembre 2023
2 MINUTI DI LETTURA





Ferrara Il coltello o il lucchetto? Qual è stata l’arma che ha ucciso Davide Buzzi nella tragica notte dell’1 settembre, quella del regolamento di conti nel Bar “Big Town”? Forse serviranno tutti i 60 giorni messi a disposizione del team dei consulenti nominati per eseguire l’autopsia sul corpo di Buzzi per avere una risposta certa e stabilire chi ha assestato il colpo mortale – un passaggio chiave dell’inchiesta che vede Mauro e Giuseppe Di Gaetano, ristretti in carcere con l’accusa di omicidio volontario e del tentato omicidio di L.P. – durante il blitz organizzato per incendiare il locale.

Ieri i primi elementi raccolti non hanno consentito di dare una risposta certa e definitiva alla questione, che potrebbe assegnare un ruolo preminente nella causazione del decesso all’uno o all’altro dei due indagati. A cercare la risposta, o meglio le risposte, è una nutrita squadra di tecnici composta dalla dottoressa Silvia Boni, nominata dalla pm Barbara Cavallo, da Lorenzo Marinelli e Alessandra Bergonzini, nominati dall’avvocato Michele Ciaccia, e da Antonio Zanzi (avvocati Stefano Scafidi e Giulia Zerpelloni). Il tatuatore è stato colpito con un coltello (impugnato da Giuseppe Di Gaetano) alla schiena e alla gola; il figlio Mauro ha sbattuto ripetutamente un lucchetto sulla testa di Buzzi: le due armi sono sospettate di avere assestato le lesioni più gravi. L’esito dell’esame dovrà poi essere confrontato e valutato assieme ad altre risultanze. Quelle offerte dalle riprese video, che - anche sulla base del risultato dell’autopsia – potranno chiarire fino a che punto può essere ammessa a discarico dei due indagati la carta della legittima difesa o dell’eccesso colposo di legittima difesa, essendo l’aggressione partita da Buzzi e L.P., tesi che potrebbero essere invocate dalle difese finora caute a prefigurare scenari. Tra gli accertamenti tecnici ci sono gli esami tossicologici affidati alla tossicologa Francesca Righini, quelli sulle tracce biologiche assegnati al genetista Matteo Fabbri, quelli del Ris sulla tanica di benzina, quello sui telefonini per stabilire orari e sequenza degli avvenimenti che hanno preceduto il blitz nel bar. L’inchiesta si preannuncia particolarmente complessa, anche perché l’aggressione era stata preceduta da eventi drammatici, a partire dalla morte del figliastro di Buzzi, Edoardo Bovini.

© RIPRODUZIONE RISERVATA