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La tragedia

Aiuti al popolo marocchino, a Ferrara parte la solidarietà

Katia Romagnoli
Aiuti al popolo marocchino, a Ferrara parte la solidarietà

Dopo il devastante terremoto parte la mobilitazione in città e provincia

10 settembre 2023
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Ferrara Anche a Ferrara scatta la solidarietà dopo la gravissima tragedia che ha colpito il Marocco con un terremoto che ha causato distruzione e oltre 2mila vittima nell’ampia area attorno alla città di Marrakech.

La comunità musulmana di Ferrara sta organizzandosi per dei momenti conviviali di raccolta fondi, da inviare poi in Marocco dove c’è più bisogno e oggi ci sarà un momento di preghiera collettiva nella moschea di via Giuseppe Bongiovanni. A Ferrara la comunità marocchina è nutrita con oltre 4.500 residenti provenienti dal Marocco e in questi giorni in grande apprensione per i loro cari e conoscenti.

La mobilitazione riguarda anche il mondo del volontariato religioso, per portare aiuti umanitari. Don Marco Polmonari, parroco dell'Unità pastorale di Codigoro, conferma che «dopo la fiera di Santa Croce, attenderemo indicazioni dall'arcivescovo, per agire in comunione con le nostre chiese parrocchiali, come si è sempre fatto, attivando un canale di aiuti umanitari, attraverso la Carita». È proprio l'arcivescovo, mons. Gian Carlo Perego, a sottolineare che «come avviene per ogni emergenza, la Diocesi avvierà, attraverso la Caritas diocesana, una raccolta fondi per terremotati. Non dimenticando anche che i migranti del Marocco - aggiunge don Marco - sono una presenza storica nel nostro Paese, la seconda per numero di presenze, con 500mila migranti».

Tra i cittadini di nazionalità marocchina, che vivono da tantissimi anni in Italia, figura anche Benjaa Abderrahim, gestore, con la compagna Grazia, del chiosco "Al Ristoro dell'Abbazia", nel parcheggio del complesso abbaziale di Pomposa. «Mio padre, che vive in una zona montuosa vicina a Marrakech - spiega Abderrahim -, mi ha telefonato ieri mattina (sabato) attorno alle 9.30, per tranquillizzarmi. Avevo appreso dalla televisione che proprio quella era la città maggiormente colpita dal terremoto. Per fortuna lui sta bene - aggiunge Abderrahim -. Purtroppo attorno alla sua casa sono crollati molti edifici e moltissime abitazioni sono state rase al suolo. Si contavano circa 300 morti in un solo quartiere. Molte case sono costruite in argilla. Finiscono giù senza difficoltà». Nelle parole del commerciante 48enne, residente in Italia da 23 anni e che oggi parla in modo fluente oltre all'italiano, anche il francese e discretamente il tedesco e l'inglese, traspaiono il dolore e le preoccupazioni per tanti connazionali, alle prese con una catastrofe di proporzioni inaudite. «Grossi problemi ci sono stati anche a Rabat, dove i miei genitori hanno una casa, ma anche a Casablanca. Mio fratello e mia sorella - prosegue Benjaa Abderrahim - sono al sicuro, perché vivono e lavorano in Francia, ma in Marocco si temono anche le scosse di assestamento. Quella più forte di venerdì sera è stata avvertita anche alle Canarie e fino nello stretto di Gibilterra. Molte case sono di vecchia costruzione in Marocco, soprattutto nelle periferie ed in montagna - conclude il commerciante - e si sono letteralmente sbriciolate. Lunedì mi metterò in contatto con il Consolato di Torino, per ottenere informazioni, in modo da sapere come far arrivare aiuti». 

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