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Lido Scacchi, dopo il rogo parla la titolare: «Zero racket, siamo onesti»

Katia Romagnoli
Lido Scacchi, dopo il rogo parla la titolare: «Zero racket, siamo onesti»

Al Bagno Delfinus gli 007 dei vigili del fuoco al lavoro

11 settembre 2023
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Lido Scacchi «La mia è una famiglia onorabile, rispettabile, da 60 anni presente sul territorio. Ha sempre lavorato nel turismo. Desidero che la nostra reputazione sia salva. Siamo persone normali e non abbiamo nessun tipo di legame, di nessun genere con nessuna organizzazione di qualsiasi stampo. Tutte le piste sono aperte, ma io escludo totalmente quella del racket o della mafia. Qui a Scacchi e Pomposa l’arenile è privato e non è demaniale. Siamo tutti proprietari. Non abbiamo mai ricevuto minacce, né intimidazioni. Ci tenevo a fare chiarezza, perché un questi giorni sono state scritte tante cose».

«Basta insinuazioni»

Sara Bonazza, giovane imprenditrice balneare , è la titolare, dal 2013, del Bagno Delfinus del Lido Scacchi, ma dal 1960 nella conduzione del bagno c’è anche papà Carlo, ex comandante di prima classe delle navi che solcavano il Mediterraneo.

Sara Bonazza, con grinta e determinazione, vuole sgombrare il campo dalle tante, troppe, dolorose illazioni, insinuazioni spuntate nei giorni scorsi, dopo che il suo stabilimento balneare, fondato proprio da papà Carlo e gestito per trent’anni anche da mamma Lucia, è stato divorato dalle fiamme. Il bagno, ora sotto sequestro, era stato riammodernato e ristrutturato solo un anno fa. «Mio padre oggi ha 82 anni e per lui è stato un duro colpo, ma per abbatterci serve ben altro – prosegue la giovane imprenditrice –. Il primo giorno, subito dopo l’incendio, ho chiamato l’arredatore perché il bagno Delfinus sono certa che risorgerà ancora più bello. Mia madre ora vive in Sardegna, ma si è precipitata subito. Siamo rimasti una famiglia». Nonostante il bagno sia inagibile, devastato dal fuoco e dalle fiamme e avvolto da fuliggine, in spiaggia i turisti continuano, con la loro presenza, a far sentire alla famiglia Bonazza tutto il loro affetto e la loro solidarietà.

«I clienti non mi abbandonano, sono tutti qua. Questa è la mia gente che mi vuole bene. Mi stanno tutti sostenendo moralmente», prosegue Sara Bonazza. Sentimenti di gratitudine profonda arrivano anche per carabinieri, vigili del fuoco e gli inquirenti incessantemente all’opera da ormai una settimana, per dare risposte a un caso, che ha lasciato tanta rabbia e amarezza anche tra i turisti e gli imprenditori della zona. «Voglio inoltre ringraziare tutti quelli che ci hanno fatto sentire la loro vicinanza, le Forze dell’ordine, – chiarisce la giovane donna – che stanno facendo un lavoro encomiabile per arrivare a una soluzione, ma anche le istituzioni e tutte le persone che ci sono vicine, i colleghi, le associazioni, i clienti, gli abitanti del Lido Scacchi e dei paesi vicini, nonché i clienti di altri bagni. Ho sentito veramente un’ondata di calore e di affetto da parte di tutta la comunità. Ho sentito l’abbraccio e il calore della comunità e ci tengo a rinnovare sentiti ringraziamenti alle Forze dell’ordine, perché stanno spendendo forze ed energie per arrivare alla risoluzione del caso».

Gli 007 degli incendi

Nel frattempo, ieri mattina sono arrivate, dal Comando provinciale di Bologna, due squadre di vigili del fuoco del Nucleo Investigativo antincendi, specializzata in attività investigative di polizia giudiziaria, in caso di incendi dolosi. È un gruppo ad elevata specializzazione, denominato anche “gli 007 dei vigili del fuoco”. Con il ricorso ad uno strumento chiamato Pid, finalizzato a rilevare sostanze volatili rilasciate da idrocarburi, gli uomini della “scientifica dei vigili del fuoco” (così amano essere definiti) hanno compiuto tutta una serie di verifiche, corredate da documentazione video-fotografica. Il report fotografico realizzato, comparato con planimetrie dell’immobile potrà fornire informazioni utili alle indagini.

«Non possiamo assolutamente dire nulla – hanno ammesso i vigili del fuoco – : il report fotografico è necessario per avere la situazione prima e dopo l’evento. Si procede con metodo scientifico-deduttivo a esclusione, fino a giungere, con ragionevole certezza, a una conclusione». Per più di un’ora gli investigatori hanno operato indossato una speciale tuta in tyvek, capace di garantire massima protezione, impedendo, al contempo, di alterare il teatro di azione e di intervento. l

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