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Ferrara, finti vaccini: altri trenta no vax vogliono il patteggiamento

Ferrara, finti vaccini: altri trenta no vax vogliono il patteggiamento

Accordo di 8 mesi per i falsi e di un anno e otto mesi per la corruzione

15 settembre 2023
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Ferrara Quasi 150 hanno già patteggiato, ma la processione in procura degli indagati (per falso e corruzione) sull’inchiesta sui finti vaccini sembra non avere mai fine. Un’altra trentina di ex pazienti delle due dottoresse coinvolte nello scandalo dei falsi vaccini Covid per ottenere il green pass, hanno chiesto di poter patteggiare la pena, e sono ora in attesa che venga fissata la data per chiudere il conto con la giustizia. Circa 250 in tutto gli assistiti finiti nell’inchiesta che due anni fa approdò all’arresto dei medici di base Chiara Compagno e Marcella Gennari con le accuse di corruzione, peculato, truffa ai danni dello Stato e falso. Nei guai è finita anche l’assistente (e figlia) della Gennari, Francesca Ferretti. Per loro la procura (pubblico ministero Ciro Alberto Savino) si prepara a chiedere il rinvio a giudizio. Le imputate devono dunque rispondere di peculato (per essersi impossessate delle dosi di vaccino fornite dall’Asl e di averle buttate anziché iniettarle), corruzione (per aver intascato dai 20 ai 50 euro dai pazienti per attestare una vaccinazione mai avvenuta e ottenere così il green pass), truffa ai danni dello Stato (per i rimborsi percepiti indebitamente per vaccinazioni mai eseguite) e falso per aver emesso attestazioni fasulle relative a vaccinazioni, esiti dei tamponi o esenzioni. Per loro il processo si aprirà a breve, mentre la resa dei conti con la giustizia delle centinaia di pazienti no vax procede a macchia di leopardo. Per la maggior parte la strada scelta è stata quella del patteggiamento, con pene quantificate in 8 mesi per i falsi e 1 anno e otto mesi per la corruzione. L’ultima tranche di ex assistiti che ha chiesto di poter patteggiare conta dunque una trentina di persone, mentre rimane uno zoccolo duro di un centinaio di indagati che non hanno mai ammesso le loro responsabilità oppure rivendicano la non vaccinazione come scelta ideologica. Per loro si profila perciò un processo “ingombrante” con maxi udienze pubbliche.l

Alessandra Mura

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