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Il caso

Ferrara, da parco verde a area edificabile: pasticcio in via Favero

Gian Pietro Zerbini
Ferrara, da parco verde a area edificabile: pasticcio in via Favero

I residenti contestano le pratiche di cambio di destinazione d’uso

19 settembre 2023
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Ferrara Quel pasticciaccio brutto di via Favero. Una decina di villette, costruite nel 1990, hanno l’affaccio posteriore su un’area verde che in base ad accordi era stata ceduta dalla ditta costruttrice a titolo gratuito al Comune da destinare a spazi collettivi e area parco.

Questa cessione non è mai stata regolarmente trascritta, è rimasta in una sorta di limbo, anche se dalle piantine la zona era classificata come verde. La prova è che il Comune fino al 2019 ha continuato a praticare in quell’area lo sfalcio pubblico e la manutenzione che spetta alle zone di pertinenza comunale.

La cosa curiosa è che in un consiglio comunale del 2013 è stato votato un pacchetto di modifiche urbanistiche, tra cui era inserito anche il cambio di destinazione d’uso di quell’area tra via Favero e via Serao, da verde pubblico a residenziale e quindi edificabile. Guardando successivamente gli atti ci si è accorti che la motivazione tecnica di tale passaggio era stata esplicata come errore materiale. Anche se nella documentazione non appare alcun testo che parli e specifici di questo errore materiale. Nel 2019 la ditta costruttrice “La Nuova Residenza srl” ha recintato l’area allo scopo di iniziare un insediamento edilizio.

A quel punto è nata la protesta dei residenti che per voce di Piera Fiorito hanno iniziato ad opporsi a tale progetto.

«In questo modo - dichiara Fiorito - non solo veniamo danneggiati noi che ci vediamo privati di un’area verde confinante, tra l’altro abbiamo anche un cancello per accedervi e la relativa servitù di passaggio, ma questa operazione porterà anche a un danno al Comune, visto che l’area in teoria era sua».

È iniziato così un braccio di ferro legale, dove si è chiesto all’amministrazione comunale «di annullare d’ufficio i provvedimenti giudicati viziati al fine di evitare l’irreparabile pregiudizio della modifica dell’area con l’imminente inizio dei lavori edificatori preannunciati dalla società».

La documentazione con la richiesta di annullamento al Comune è stata fatta pervenire nel novembre del 2022.

«Dopo l’invio di questa istanza - prosegue Fiorito - il Comune nella persona del vicesindaco Nicola Lodi, ha gentilmente acconsentito ad incontrare me, il mio avvocato, anche alla presenza del proprietario del terreno ovvero il legale rappresentante della società e il suo avvocato. Tale incontro è avvenuto nell’area oggetto di istanza il 15 novembre 2022. Lodi ha detto che avrebbe fatto svolgere un’indagine interna ai suoi uffici e poi ci avrebbe riconvocato per darci una risposta anche perché trovava impossibile che un terreno a verde pubblico fosse trasformato in edificabile per errore tecnico materiale e ancora di più senza che vi fosse un verbale e un’istruttoria tecnica di spiegazioni da parte degli uffici preposti. In questi mesi abbiamo aspettato una sua convocazione o risposta, che poi è giunta tramite una lettera del dirigente dell’urbanistica che ci informava con la missiva del 2 agosto scorso che era nell’impossibilità di accogliere l’istanza di annullamento da noi presentata».

Lo scorso 14 settembre poi i tecnici della ditta costruttrice hanno iniziato le misurazioni per compilare la pratica di richiesta di abbattimento degli alberi in tutto il lotto.

«Potete immaginare il dolore da parte di tutti i residenti che confinano con quell’area. È prossima l’adozione del piano urbanistico comunale - conclude Fiorito - e abbiamo presentato osservazione per richiesta di cambio di destinazione d’uso. Speriamo ancora si possa fare qualcosa».l