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Goro, il granchio blu rompe le reti anche ai pescatori in mare

Katia Romagnoli
Goro, il granchio blu rompe le reti anche ai pescatori in mare

Dopo il fermo la conferma: stanno spazzando via tutto

23 settembre 2023
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Goro e Porto Garibaldi Anche in mare aperto il granchio blu dilaga e costituisce un’insidia per le specie ittiche, che avrebbero dovuto ripopolare i fondali durante il mese e mezzo di fermo pesca. A due settimane dall’inizio della nuova annata, i pescatori delle due marinerie locali di Goro e Porto Garibaldi si uniscono al grido d’allarme dei colleghi che operano nel settore della molluschicoltura.

Pericolo «A 10-12 miglia dove ci spingiamo a pescare, perché a distanze inferiori non c’è pesce, vuoi per le temperature ancora elevate, vuoi per l’assenza di mareggiate che potrebbero smuovere i fondali, troviamo grandi quantità di granchi blu e la compresenza di femmine (80%) e maschi (20%), mentre sino allo scorso anno – spiega Mauro Gennari, presidente della cooperativa Isperia, dedita allo strascico -, si trovavano solo femmine sotto costa, che si spostavano più al largo solo per deporre le uova. Se la Regione vuole cercare di arginare questo problema, deve andare incontro alle richieste dei pescatori. In dieci ore di pesca un peschereccio può raccogliere diversi quintali di granchi blu». Benché nelle prime otto settimane di pesca dall’11 settembre scorso, quando è cessato nell’Alto Adriatico il fermo pesca biologico, i pescherecci possano calare le reti dalle 4 miglia in poi (dalle 6 miglia quelli più grandi), tutti raddoppiano le distanze dalla costa per via della penuria di pescato prima delle 10-12 miglia.

Nelle reti In questa prima fase di ripresa dell’attività di pesca finiscono nelle reti solo canocchie (piccole), seppie (poche), discrete quantità di mazzancolle (in prevalenza piccole) e qualche sogliola. Ad incidere sul reddito dei pescatori interviene anche il costo del gasolio, arrivato alla soglia di guardia di 1,05 euro al litro. «I nostri pescatori registrano quotidianamente la presenza del granchio blu anche dalle 9 alle 12 miglia – spiega Vadis Paesanti, vicepresidente di Confcooperative Fedagripesca Emilia-Romagna -, e la proliferazione invasiva e massiva è stata rilevata da Goro fino a Cervia. Teniamo conto che ogni giorno ogni peschereccio arriva a pescare fino a 2 quintali e mezzo di granchio blu». Stando ai numeri, la vendita al chilo del crostaceo alieno dal carapace blu cobalto, si attesta, al mercato di Goro sui 30 centesimi al chilo, sino ad un massimo di 2,50 euro “nei giorni buoni”. La caduta in picchiata libera dei prezzi, dalla scorsa estate ad oggi è anche e soprattutto collegata alle ingenti quantità di granchio blu pescate. «Il 99% dei granchi pescati dai pescherecci, tuttavia, -prosegue Paesanti -, finisce allo smaltimento in banchina. I pescatori li inseriscono negli appositi beans posizionati in aree predisposte sul porto ed un mezzo pesante della ditta incaricata ed autorizzata anche allo smaltimento del capulerio, li recupera». Intanto le associazioni riunite nell’Alleanza delle cooperative italiane Agci Agrital e Agci Emilia - Romagna, Fedagripesca e Confcooperative Ferrara, Legacoop Agroalimentare e Pesca e Legacoop Estense comunicano che, a seguito della convocazione da parte del Ministero dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste per il prossimo 26 settembre, avente ad oggetto l’emergenza granchio blu, il presidio programmato per il giorno 27 settembre davanti alla Prefettura di Ferrara è, allo stato attuale, sospeso in attesa degli esiti del confronto. l

Katia Romagnoli

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