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Ferrara, voli in ritardo o cancellati: «Quattro richieste di indennizzo»

Ferrara, voli in ritardo o cancellati: «Quattro richieste di indennizzo»

Confconsumatori: «Promosse per i disguidi estivi all’aeroporto di Catania»

29 settembre 2023
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Ferrara Le estati roventi degli ultimi anni hanno messo letteralmente i bastoni tra le ruote anche ai turisti. Quelli diretti in Sicilia si sono ritrovati tra luglio e agosto con due aeroporti, Punta Raisi e Catania, inaccessibili a causa degli incendi. Ritardi e cancellazioni hanno rovinato arrivi e partenze, qualcuno ha deciso di chiedere il rimborso di biglietti e spese ingoiate dal fuoco di quei giorni e si è rivolto alle associazioni dei consumatori.

Confconsumatori Ferrara è stata contattata da quattro turisti che ritengono di essere stati danneggiati dalle difficoltà riscontrate a causa della chiusura dell’aeroporto di Catania. In questi casi, come spiegano il presidente Antonio Frascerra e il dirigente AntonioTabone, conviene avviare un tentativo di conciliazione paritetica, che non coinvolge il giudice, per verificare la possibilità di un’intesa con la controparte. Nei quattro casi citati si tratta della compagnia aerea Wizz Air. I viaggiatori che hanno inoltrato la richiesta di indennizzo possono contare, fra l’altro, sull’eventuale intervento dell’Autorità di Regolazione dei Trasporti, che come altri soggetti (Arera, Agcom) può applicare sanzioni al fornitore inadempiente rispetto agli impegni assunti col fruitore del servizio.

Dei quattro reclami inoltrati tramite l’associazione ferrarese tre fanno riferimento a ritardi superiori a tre ore, per i quali è prevista - come stabilisce l’articolo 7 del Regolamento europeo (Ce) n. 261/2004, opportunità prevista anche per le cancellazioni dei voli – una compensazione pecuniaria.

Il 17 settembre scorso, un giudice di Catania, come precisano Frascerra e Tabone, ha pronunciato una sentenza che ha accolto la richiesta di risarcimento da parte di due viaggiatori catanesi che avevano prenotato un volo per Dubai con Wizz Air.

I due erano rimasti in attesa del servizio per ore all’interno dell’aeroporto prima di sapere che la partenza era stata rinviata al giorno dopo e che la tratta - ulteriore aggiornamento avvenuto nelle ore successive – prevedeva uno scalo intermedio ad Atene. In base all’applicazione delle tabelle che associano l’entità del risarcimento alla lunghezza del volo la compagnia è stata condannata a pagare 1.380 euro: 600 per ogni passeggero, cifra rapportata alla distanza coperta dal servizio di trasporto, più 165 euro per il pernottamento in albergo e una somma a ristoro delle spese sostenute per l’uso del taxi, costi che per essere risarciti devono essere documentati da ricevute o fatture.

Le norme prevedono una serie di prescrizioni che tutelano anche il vettore: ad esempio, ricordano Frascerra e Tabone, se il volo parte subito dopo quello cancellato non si ha diritto a indennizzo o risarcimento. «Nei casi sottoposti alla nostra associazione – affermano i due rappresentanti del sodalizio – stiamo valutando se la compagnia avrebbe avuto il tempo di rimediare ai disguidi: È chiaro che il primo giorno dell’emergenza scatta la causa di forza maggiore, ma se quei problemi si propongono dopo una settimana o dieci giorni può essere individuata una responsabilità della società nel non aver organizzato soluzioni alternative in uno scenario ormai prevedibile».

In caso di reclamo, concludono i due referenti di Confconsumatori, «la compagnia ha 30 giorni per rispondere o respingere la richiesta, poi si può chiedere la conciliazione paritetica. E il discorso vale anche per le società del trasporto ferroviario». l

Gi.Ca.

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