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Copparo, investita ma ritenuta colpevole: «Nessuna giustizia per mia figlia»

Davide Bonesi
Copparo, investita ma ritenuta colpevole: «Nessuna giustizia per mia figlia»

Il toccante racconto del padre a cinque anni e mezzo dall’incidente sulle strisce: «Lei ancora non esce di casa, ma alla fine dobbiamo pagare oltre 40mila euro»

02 ottobre 2023
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Copparo La vicenda che raccontiamo è partita nell’aprile del 2018 in una località dell’ex Mandamento e si è chiusa dopo anni di battaglie legali alcuni giorni fa. Purtroppo si è chiusa male per la protagonista, una ragazza investita sulle strisce appunto cinque anni e mezzo fa, incidente per la quale non ha avuto la giustizia che si aspettava, visto che sia il penale che il civile le hanno dato torto, colpevole di aver attraversato le strisce sulla bicicletta e non portandola a mano come previsto su strisce pedonali. La ragazza, allora 18enne, tuttora porta i segni di quell’incidente, tanto è vero che fra pochi giorni andrà per l’ennesima volta (forse l’ultima) dal dentista, per vedere finalmente sistemata la sua bocca, rovinata dall’impatto con l’asfalto.

In tutti questi anni al fianco della giovane c’è stato il padre, che nonostante la rabbia per l’esito giudiziario ha deciso di prendere coraggio e raccontare la storia, per evitare che qualcun altro possa trovarsi nella stessa situazione, convinto di avere giustizia e invece costretto a vedere la figlia incapace di tornare alla vita normale di una giovane della sua età, oltre a dover pagare migliaia di euro per i legali.

La storia è anonima, non tanto per gli altri protagonisti della vicenda, quanto proprio per la ragazza, la cui vita sociale, a parte il diploma ottenuto poche settimane dopo l’incidente, si riduce alle poche ore di un lavoro part time. Il padre si rivolse al nostro quotidiano dopo la causa penale, ma fu sempre consigliato dai legali che lo hanno seguito a non rivolgersi ai giornali, attendendo fiducioso l’esito delle cause. E oggi questa famiglia si ritrova a pagare complessivamente oltre 40mila euro, per quello che ritengono un danno subìto.

«Come si fa a non essere arrabbiati -dice il padre -, dopo mesi passati a vedere una ragazza camminare attorno al tavolo di casa per restare in forma, visto che non ha intenzione di uscire. Sono una persona semplice, un lavoratore, mal consigliato dall’inizio alla fine di questa storia. Pensavamo di avere ragione, invece abbiamo perso le cause e ora non so come mia figlia e la nostra famiglia possano pagare tutti questi soldi».

L’incidente Difficile riassumere la storia in poche righe. L’incidente è avvenuto come detto sulle strisce nei pressi di un supermercato. Il padre era con lei ma si era attardato a parlare, poi attirato dalle urla per l’incidente. La ragazza ha sempre detto di essere scesa dalla bici, ma la Polizia locale dell’Unione Terre e Fiumi giunta sul posto a distanza di mesi dall’incidente trovò una testimone, che raccontò di aver visto la ragazza in sella alla bici su strisce pedonali. «A Natale chiamai il primo avvocato per fargli gli auguri e sapere a che punto eravamo con la causa. Mi disse che avevamo perso e noi neppure eravamo stati chiamati». Il padre scrisse per lamentarsi anche all’Ordine degli avvocati, ottenendo però solo una riduzione della parcella. «Ma volevo giustizia per mia figlia e mi decisi a interpellare una nota infortunistica. L’agente di Ferrara mi promise che avremmo pagato solo in caso di vittoria, ma quando mi fu proposto un accordo per 10mila euro e 2mila andavano all’agenzia rifiutai e passai a un avvocato civilista di Ferrara, con l’infortunistica che però continuò a chiedermi a più riprese pagamenti per il loro legale e un legale esterno mai conosciuto».

Le cose purtroppo non sono andate meglio con l’avvocato che ha rilevato la causa civile, visto che pochi giorni fa è stata confermata la sentenza penale con l’obbligo per la giovane di pagare tutte le spese legali. «A me è stato detto di non entrare in aula - urla il padre -, però adesso mi chiedono di pagare perché mia figlia è precaria e non può permetterselo. È incredibile, mia figlia ha rischiato di morire sulle strisce e dopo cinque anni in cui ho pagato di tutto devo pagare ancora...».

Peraltro una somma veramente importante: oltre 7.000 euro di dentista, 3.500 euro il primo avvocato, oltre 2.000 euro per i certificati medici presentati ogni mese per tre anni, 4.700 euro di infortunistica, oltre 1.000 euro per le visite medico-legali, una cifra impossibile da quantificare fra benzina, medicinali, lo psicologo per la figlia e ora si attende la quantificazione delle ultime spese legali, che dovrebbero aggirarsi sui 20mila euro. Per un totale di oltre 40mila euro: «Spero che qualcuno possa aiutarci» dice sconsolato l’uomo. l