Sant’Agostino, terremoto e ricostruzione: «Ridateci 300mila euro»
La Corte dei Conti dà ragione al Comune di Terre del Reno: deve riavere i rimborsi. Due privati avevano aggiunto ristrutturazioni slegate ai danni del terremoto
Sant’Agostino È una delle tante controversie innescate dai lavori di ricostruzione post-terremoto, lavori che - in diversi casi - sono risultati sovrastimati o addirittura inventati da zero rispetto ai reali danni provocati dal sisma. Quello definito in questi giorni dalla Corte dei Conti, e che vede contrapposti il Comune di Terre del Reno a due soggetti privati, appartiene alla prima categoria, ma la somma finale percepita indebitamente a scapito dell’amministrazione è comunque molto ingente: 300mila euro. Tanto è dovuto, secondo i magistrati contabili, all’ente comunale, per interventi non pertinenti alle conseguenze del terremoto, ma relativi a condizioni di degrado degli immobili precedenti al sisma del maggio del 2012. Vicende accomunate dai tempi lunghi per la loro risoluzione, considerato che i previsti controlli dovevano essere disposti solo al termine dei cantieri. In questo caso, tra domanda del contributo, erogazione e completamento delle opere, le verifiche sono state avviate non prima del 2018, con accertamenti incrociati da parte della Guardia di Finanza e dello stesso Comune. Le ispezioni avevano dunque evidenziato varie discrepanze nelle relazioni tecniche, per un totale di 300mila euro di somme liquidate senza che i destinatari ne avessero diritto. La questione era rimasta al di qua dei confini penali, perché i contributi erano stati erogati nell’ambito di un ampio intervento post sisma, in cui in buona parte reali danni da terremoto erano presenti e certificati; e i riscontri raccolti nel corso degli accertamenti non avevano rilevato gli estremi per una contestazione per truffa. La battaglia si era dunque giocata sul tavolo amministrativo con un ricorso al Tar da parte del Comune. Nel 2019 il Tar aveva dato ragione all’ente municipale, ordinando la restituzione del denaro, conclusioni confermate ora dalla Corte dei Conti, con la sentenza 210 del 2023. La stessa Corte, (Procura Regionale presso la Sezione Giurisdizionale per l’Emilia Romagna), «ha rappresentato al Comune di Terre del Reno la necessità di attivarsi per dare attuazione alla sentenza, e di avviare l’esecuzione forzata nei confronti dei soggetti individuati nella pronuncia quali indebiti percettori di denaro pubblico», si legge nell’atto con cui la Giunta ha dato incarico all’avvocato Alessandro Montanari di tutelare i propri interessi, in caso di “resistenza” alla richiesta di restituzione e del conseguente necessario ricorso al Tribunale ordinario.l
Alessandra Mura
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