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Rallenta la crescita nel Ferrarese: male l’industria, tonfo dell’export

Rallenta la crescita nel Ferrarese: male l’industria, tonfo dell’export

I dati Camera di commercio relativi al secondo semestre dell’anno

06 ottobre 2023
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Ferrara Prezzi e tassi alti rallentano l’economia ferrarese nel secondo trimestre dell’anno. L’inflazione è in lento calo, i tassi ancora in rialzo ma forse a fine corsa, c’è meno credito e meno liquidità. Nel Commercio al dettaglio (+3,1%) e nelle Costruzioni (+0, 4%) si è esaurita la ripresa, l’Industria (-2, 8%) e soprattutto l’export (-12,4%) sono in sofferenza. Questi alcuni dei principali dati diffusi ieri mattina, alla presenza di Guido Caselli, direttore del Centro Studi di Unioncamere Emilia-Romagna, delle Istituzioni e dei vertici delle associazioni di categoria. dall’Osservatorio dell’economia della Camera di commercio di Ferrara e Ravenna.

«Il costante aggiornamento e l’analisi sulle condizioni dell’economia ferrarese sono cruciali per contribuire a disegnare e suggerire le misure più appropriate di policy, che indirizzino verso una maggiore crescita economica - sottolinea Paolo Govoni, vice presidente camerale - Le imprese, per la Camera di commercio, sono al centro di un sistema di valori, non soltanto economici. Esse sono veicoli di crescita, di innovazione, di formazione, di cultura e di integrazione, ma sono anche agenti di libertà perché generano ricchezza e benessere diffuso».

Tornando ai dati, per il complesso dell’industria manifatturiera il volume della produzione ferrarese (-2,8%) accelera la riduzione rispetto al risultato ottenuto nel trimestre precedente (-0,7% il risultato da gennaio a marzo). Sul versante della domanda risulta limitato l’andamento degli ordini complessivi (-1,0%, dopo il -2,5% realizzato nel trimestre di apertura) e ora anche con nessun sostegno dalla componente estera (-1,0%; in calo dopo un buon risultato dei soli primi tre mesi dell’anno). Il clima delle attese rimane incerto e prevalgono le aspettative di stazionarietà per il breve periodo.

Dopo la fine del “superbonus” rallenta fin quasi a fermarsi la crescita il volume d’affari del settore delle costruzioni (+0,4% è il risultato del secondo trimestre 2023). Il commercio al dettaglio in sede fissa evidenzia ancora un recupero rispetto alle contrazioni rilevate per oltre cinque anni consecutivi, registrato in particolare solo nella grande distribuzione e nel commercio alimentare (+3,1% ed era stato +5,1% nella precedente rilevazione per l’intero settore commerciale ferrarese).

Pur in un contesto di sostanziale stabilità, l’analisi del sistema delle imprese ferraresi restituisce il profilo di un sistema che continua a resistere soprattutto grazie alla filiera dell’edilizia e dei servizi a essa collegati (servizi immobiliari e attività professionali, tecniche e scientifiche) e dei servizi alle imprese. Il numero delle imprese al 31 agosto 2023 risulta ancora influenzata dalle cessazioni d’ufficio avvenute nel corso dei primi otto mesi dell’anno: a fronte di 1.684 chiusure di attività, 486 sono state cessazioni amministrative. Al netto di queste operazioni, crescono le cessazioni rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, contemporaneamente ad una ripresa delle iscrizioni. Il saldo della movimentazione risulta così positivo per una sola unità.

Per il commercio con l’estero, il primo semestre del 2023 conferma l’andamento negativo dell’export ferrarese, accelerando la contrazione con una variazione tendenziale del -12,4%.

Le previsioni per l’economia ferrarese presentate dagli Scenari delle economie locali di Prometeia (edizione luglio 2023), stimano una crescita del valore aggiunto per Ferrara inferiore all’1% (+0,8%), alzando di appena un decimo di punto percentuale la propria valutazione di aprile scorso e confermano così il forte rallentamento rispetto alla crescita ora stimata per il 2022 al +4,5%, la più rapida dal 2000, fatta eccezione per quella del 2021. La frenata dell’economia, comune a tutti gli ambiti territoriali presi in considerazione, ridurrà ulteriormente la velocità della crescita del valore aggiunto provinciale che si fermerà al +0,5% nel 2024. l

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