Ferrara, bomba di S. Benedetto da far brillare. Zona rossa nel raggio di 680 metri
Summit sull’evacuazione, resta il nodo dello sgombero di Salus e Quisisana
Ferrara La maxi operazione di evacuazione per consentire la bonifica dell’ordigno bellico risalente al secondo conflitto mondiale rinvenuto nei giorni scorsi nell’area dell’ex Convento di San Benedetto di corso Porta Po si svolgerà in un giorno festivo corrispondente tra l’ultima domenica di ottobre, il 29 o quella successiva 5 novembre, in mezzo c’é anche la festa di Ognissanti il 1º novembre.
Operazione non facile perché ci sono migliaia di residenti da evacuare, il numero esatto verrà diramato nei prossimi giorni dopo un calcolo più approfondito dell’ufficio anagrafe, ma molto complessa appare l’opera di evacuazione soprattutto di due cliniche private in zona, la Quisisana e la Salus con numerosi pazienti allettati e in non buon condizioni, perché si dovrà verificare in termini sanitari anche questa eventualità sulla necessità di sgombero molto articolata dal punto di vista logistico. Dove portare questi pazienti anche solo per il tempo strettamente necessario alla neutralizzazione e al brillamento in luogo sicuro dell’ordigno?
Per questo e altri problemi si è svolta ieri mattina in Prefettura la prima di una serie di riunione finalizzata alla pianificazione delle operazioni per poter neutralizzare l’ordigno inesploso in totale sicurezza, in quell’area di cantiere dove è stato ritrovato e dove tutt’ora sono in corso per i lavori di ristrutturazione dell’immobile.
All’incontro, presieduto dal prefetto Massimo Marchesiello, hanno partecipato i vertici delle Forze dell’Ordine, Vigili del Fuoco, Esercito, Comune di Ferrara, Polizia locale, Aziende sanitarie, Provveditorato regionale alle opere pubbliche, enti erogatori di servizi e amministrazioni a vario titolo interessate.
Il residuato bellico si trova al primo piano dell’immobile e la sua neutralizzazione, prima del successivo brillamento da effettuare in sito adeguato, dovrà avvenire sul luogo del ritrovamento considerate le precarie condizioni in cui si trova la spoletta di innesco.
Dalle prime indicazioni fornite dal colonnello Mariano, comandante 8° reggimento guastatori “Folgore” di Legnago, l’area che si ipotizza possa essere evacuata per motivi di sicurezza nel corso delle operazioni ha un raggio di 680 metri.
Le operazioni di disinnesco avverranno in una giornata festiva che non preveda gare interne della Spal e comporteranno lo sgombero di tutti i residenti nell’area interessata, tra questi – ma sul punto sono necessarie ulteriori valutazioni sulla fattibilità dell’operazione da parte del personale medico - i ricoverati presso le strutture ospedaliere Quisisana e Salus.
Durante tutta la durata delle operazioni di bonifica, funzionerà regolarmente il traffico ferroviario mentre alcune tratte dei bus subiranno temporanee modifiche secondo le indicazioni che saranno fornite da Tper.
Al termine dell’incontro è stato convenuto di procedere, in sede di tavoli tecnici più ristretti, con ulteriori approfondimenti delle problematiche tecnico-logistiche emerse, all’esito dei quali saranno resi noti i dettagli definitivi dell’intero scenario operativo per un suo svolgimento in totale sicurezza per la cittadinanza.
Ferrara comunque non è nuova a maxi sgomberi dopo il rinvenimento di grosse bombe. Uno dei maggiori esodi provvisori si verificò il 23 marzo 2002 quando vennero fatti evacuare oltre 5.000 residenti nel quartiere di Borgo Punta con un raggio di sgombero di un chilometro, perché fu rinvenuta una bomba di 226 chili - questa di San Benedetto, sganciata nel 1944, è “solamente” di 45 chili ed è di fabbricazione statunitense - con un disagio allora ridotto in tre ore. Artificieri e guastatori furono bravissimi.
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