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Ferrara, Ovadia via dal teatro. Il sindaco: “Spiace ma rispetto la scelta”

Ferrara, Ovadia via dal teatro. Il sindaco: “Spiace ma rispetto la scelta”

Fabbri interviene dopo le dimissioni volontarie del direttore generale dell’Abbado e sottolinea: “Al teatro massima autonomia”

17 ottobre 2023
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Ferrara Moni Ovadia si è dimesso dall’incarico di direttore generale del Teatro Comunale Abbado di Ferrara. Lo ha fatto dopo le critiche mosse dalle sue affermazioni sulla politica di Israele e, come ha detto, “per prevenire da uomo libero una scelta che sarebbe potuto arrivare per votazione”. Alan Fabbri, sindaco di Ferrara, ha commentato: “Mi dispiace sinceramente per le dimissioni di Moni Ovadia, mai mi sognerei di invocarle per ragioni di idee politiche. Di questo, proprio stamattina, ho avuto modo di confrontarmi direttamente con lui, purtroppo solo al telefono, visto che in questi giorni mi trovo fuori città. Certe visioni, come noto, ci dividono, ma nessuno può mettere in discussione la libertà di pensiero, la qualità intellettuale e le capacità artistiche di Ovadia, che per Ferrara e il suo Teatro ha fatto tanto. Gliene sono grato. Anche per questo la sua scelta, oggi, mi rammarica, ma ovviamente la rispetto”. Poi aggiunge: “Ovadia rimarrà per altri tre mesi per questioni formali, quindi fino alla fine dell'anno. Alla prima occasione possibile lo incontrerò personalmente per chiarire ogni aspetto. Seppure a distanza, ho da subito tenuto a sottolineargli telefonicamente che mai ho anche solo ipotizzato di anteporre le sue idee politiche al giudizio sulla persona e sulle sue qualità artistiche, in coerenza col mio modo di essere, con l'autonomia e il rispetto dovuti alla cultura e al Teatro, come istituzione culturale della città”. Poi non rinuncia alla stoccata politica: “Se si parla di ingerenze bisogna guardare al passato, quando, col Pd al governo della città, in cda sedeva il vicesindaco, nonché allora assessore alla cultura (mentre la Fondazione Ferrara Arte era addirittura presieduta dall'ex sindaco Tagliani). Come dire: col Pd le mani del partito entravano prepotentemente anche nella programmazione culturale della città. Oggi, com'è evidente, il vento è davvero cambiato e la cultura è libera. Voglio precisare, in conclusione, che il Teatro, a seguito delle ultime vicende, non subirà alcun impatto rispetto alla ricca programmazione in essere, grazie al grande lavoro realizzato fino ad oggi”.