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Terre del Reno, nell’agriturismo mattanza di daini. Indagine per uccisione di animali

di Alessandra Mura
Terre del Reno, nell’agriturismo mattanza di daini. Indagine per uccisione di animali

Un esemplare impazzito ne ha aggrediti 12, altri tre abbattuti a fucilate

21 ottobre 2023
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Terre del Reno Dodici daini uccisi a cornate, altri tre a colpi di arma da fuoco. Una mattanza, quella avvenuta giovedì pomeriggio in un agriturismo nel territorio comunale di Terre del Reno. Un maschio adulto ha improvvisamente aggredito gli altri esemplari - venti in tutto - custoditi nella struttura, non risparmiando neanche i cuccioli. Undici sono caduti subito sotto i colpi micidiali delle corna, mentre un altro è sopravvissuto solo per poco.

Preso dal panico, non sapendo come riportare la situazione sotto controllo, il proprietario ha chiamato un coadiutore che, armato di fucile, è intervenuto abbattendo non solo il daino “impazzito”, ma anche altri due esemplari. Solo cinque gli animali usciti vivi da quel macello, che ora avrà anche conseguenze penali. Sul posto sono intervenuti i carabinieri del Nucleo Forestale, oltre ai veterinari dell’Asl che hanno inoltrato la segnalazione alla procura. Al momento non ci sono indagati, ma il sostituto procuratore di turno Andrea Maggioni ha aperto un fascicolo per il reato di uccisione di animali. Dodici carcasse sono state avviate allo smaltimento, le restanti tre sono state portate all’Istituto Zooprofilattico per l’autopsia.

Ad avvertire i carabinieri è stato il figlio del proprietario, che adesso non ha più lacrime, e a stento trattiene la rabbia: «Ce l’ho con il coadiutore, prima di tutto, perché non doveva intervenire in quel modo ad ammazzare i daini, doveva essere autorizzato. E ce l’ho anche con mio padre, perché è da almeno cinque anni che gli ripeto che non si possono tenere tutti quegli animali in quelle condizioni. I daini sono lì da molto tempo, all’inizio erano quattro, ma hanno continuato a moltiplicarsi e sono cresciuti di numero. Consigliato anche da un veterinario, avevo pregato mio padre di provvedere a trasportarli in un parco, all’aperto, dove avrebbero potuto stare bene, ma niente, non mi ha voluto ascoltare».

La preoccupazione era che potesse succedere proprio quello che è poi purtroppo accaduto: «Questa è la stagione dell’accoppiamento, possono insorgere rivalità e competizioni. E in uno spazio non adeguato il rischio è che il capo diventi cattivo e li faccia fuori tutti, e infatti è proprio quello che è avvenuto».

Sotto le cornate sono cadute anche femmine e cuccioli, e qui la voce del ragazzo si incrina: «C’era anche un daino che era rimasto senza mamma, e lo avevo visto crescere. Ma per tutti quei daini morti provo un grande dispiacere, perché anche se non lavoro nell’agriturismo ci ero affezionato, perché chiunque ami gli animali non può non affezionarsi a creature così belle. Se ho chiamato i carabinieri, è perché sono arrivato all’esasperazione. Ho denunciato il coadiutore, perché se mio padre poteva non essere consapevole, lui doveva sapere che se si uccide un animale ci deve essere una motivazione, e un’autorizzazione». Il giovane non era presente quando è avvenuto tutto, «ma sono giunto lì poco dopo ed è stata una scena orribile, è tutto il giorno che ho un groppo alla gola».

Per questo vuole concludere il suo sfogo con un appello: «Se si intraprende un’attività, qualsiasi attività, bisogna avere le conoscenze e le competenze adeguate, non ci si può improvvisare, perché quasi sempre sono poi altri a pagarne le conseguenze». l