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La convention di FdI

Balboni attacca Ovadia. «È un nipotino dei soviet, una vergogna designarlo»

Balboni attacca Ovadia. «È un nipotino dei soviet, una vergogna designarlo»

Il senatore: «Chi esprime un’opinione accetti la critica»

23 ottobre 2023
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Ferrara Alberto Balboni, il leader storico di Fratelli d’Italia a Ferrara, è rimasto in silenzio qualche giorno. La bordata contro il direttore del Teatro Abbado, in particolare contro la sua dichiarazione che bilanciava le responsabilità di israeliani e palestinesi nel conflitto di questi giorni, aveva messo in moto la frana politica che aveva portato alle dimissioni - per ora solo annunciate - di Moni Ovadia. Ma era solo un silenzio tattico. Balboni ha atteso la manifestazione nazionale di ieri, “L’Italia vincente”, per assestare al direttore del Teatro il secondo colpo, molto più duro del primo, davanti a circa 150 tesserati, dirigenti e sostenitori del partito.

A metà del suo intervento ha virato - alzando la voce - contro la sinistra, accusata di «rallegrarsi se l’Italia va male», ha additato la «grande truffa del Reddito di cittadinanza e dei superbonus edilizi» e ha scaricato sui governi precedenti la responsabilità del «grande debito pubblico». Per poi rivendicare, da questo trampolino, il ruolo di Fdi a difesa delle «democrazie occidentali perché noi non staremo mai con i terroristi».

In un crescendo di tono, sempre più orientato verso l’obiettivo, Balboni ha affermato che «a Ferrara ci sono persone che mettono sullo stesso piano i terroristi di Hamas, che puntano alla distruzione di Israele e allo sterminio degli ebrei, e il diritto a difendersi di Israele. È una vergogna». Poi la citazione che lo ha riportato più vicino al ruolo di presidente della Commissione Affari istituzionali, sull’articolo 21: «Sancisce la libertà di opinione ma anche di critica. Se vuoi esprimere un tuo giudizio devi anche accettare la critica. Questa non è censura». Subito dopo, il riferimento personale a Moni Ovadia, «nipotino dei soviet. Mi vergogno che Ferrara lo abbia accolto come dirigente del Teatro. Hamas, con quell’aggressione immotivata, si proponeva di ostacolare con un attacco strumentale il dialogo che avrebbe potuto ristabilire migliori relazioni fra due popoli».

Quindi la stoccata finale con il riferimento alla guerra in Ucraina e ai massacri di Bucha, «giustificati» da Ovadia, secondo il senatore di Fdi, perché intervenendo sulla presenza di Zelenski al Festival di Sanremo segnalò il rischio di umiliare Putin. Fdi ribadisce di non voler cedere sul punto e invia un nuovo messaggio alla Lega (Fabbri ha dichiarato che Ovadia resterà fino a fine anno per motivi tecnici) a campagna elettorale già partita. l

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