Comacchio, i bilancioni affondano. Più di 200 restano abusivi
I proprietari non hanno la volontà o i soldi per mettersi in regola
Comacchio I bilancioni sono da sempre uno dei simboli di Comacchio. L’argine Fattibello, come lo ha definito qualcuno, è una sorta di balcone che affaccia sulle Valli e per la gente del luogo quelle case di legno in mezzo all’acqua sono molto più di semplici capanni. Ma c’è un ma. Da anni ormai si assiste al loro declino e sono sempre di più quelli ormai a pezzi che non vengono recuperati. Il motivo? Più di 200 sono abusivi e salvo rarissime eccezioni, nessuno ha la volontà ma soprattutto i soldi per mettersi in regola.
La storia Di Piano particolareggiato per il recupero dei bilancioni si parla già dal 2017, con l’allora sindaco Marco Fabbri (adesso consigliere regionale e comunale) e della questione non se ne occupa solo il Comune di Comacchio ma i capanni da pesca sono stati riconosciuti anche dagli enti sovraordinati, quali Sovrintendenza e Parco. In passato si usavano appunto per la pesca in Valle, sia delle anguille che dei cefali e delle acquadelle. I comacchiesi li avevano in pratica tutti arredati e benché non potessero avere servizi igienici, per molti erano come una seconda casa.
Il punto è che non c’è mai stata in realtà una vera e propria regolamentazione e di conseguenza gli abusi erano (e sono) tanti.
Nella redazione del Piano l’approccio era stato di natura sicuramente conservativa, volto quindi alla messa a norma di tutte quelle situazioni che non sono più compatibili all’interno di un territorio importante come quello del Piano del Parco. E qui iniziano i primi problemi. I capannisti hanno visto l’ obbligo di adeguare le proprie strutture entro un certo termine, togliendo gli elementi incongrui quali l’eternit, i generatori che danno tanto fastidio alla fauna del territorio e - soprattutto - bisogna pagare qualche tassa--. Nel tempo, evidentemente, non si sono avute le risposte e i bilancioni, ad eccezione di qualche rarissimo caso, sono rimasti abusivi. E sono più di 200 in tutto il territorio.
Le segnalazioni Nelle scorse settimane la Sagra dell’anguilla ha portato a Comacchio migliaia di persone, tanti turisti che hanno naturalmente visitato le Valli. E si sono trovati davanti a situazioni di degrado e abbandono. Capanni ormai quasi crollati, strutture fatiscenti e anche naturalmente pericolose. Insomma, una parte di storia del territorio che sta pian piano affondando. L’appello al Comune, alla Regione come anche al Parco e a tutti gli enti in qualche modo coinvolti è quella di “snellire” le procedure e mettere a disposizione dei fondi così da aiutare e invogliare chi ha i capanni a metterli a posto e in qualche modo a investire su un patrimonio del genere, fondamentale anche per il turismo. l