Inquinamento e perdite idriche: ecco le nuove sfide di Ferrara
Legambiente: «Troppe auto, falle nella rete e tanti rifiuti»
Ferrara Strada in salita per le città italiane segnate negli ultimi 30 anni da una crescita lenta e troppo altalenante rispetto al tema della sostenibilità e dove le emergenze urbane, nonostante lievi miglioramenti, restano più o meno le stesse: smog, trasporti, spreco idrico, numero di auto circolanti. È quanto emerge in sintesi da Ecosistema Urbano 2023, il report di Legambiente realizzato in collaborazione con Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore, sulle performance ambientali di 105 Comuni capoluogo, giunto quest’anno alla sua trentesima edizione.
Una classifica pressoché invariata rispetto all’anno precedente quella della sostenibilità ambientale dei capoluoghi di provincia emiliano-romagnoli, ma con qualche eccezione: sebbene il podio si confermi capeggiato da Reggio Emilia, Forlì e Rimini, Ravenna cede il testimone di fanalino di coda a Modena, già penultima nella scorsa edizione, che scende di tre posizioni nella classifica nazionale. In generale, sebbene si veda un complessivo miglioramento in percentuale per ogni città, 6 capoluoghi hanno perso posizioni sulla classifica nazionale.
Calando sul dettaglio dei 19 indicatori che compongono la classifica, i dati sulla qualità dell’aria non sono per niente rassicuranti: scarsa la qualità a Ferrara, Cesena, Modena, Parma, Piacenza e Reggio-Emilia nel 2022 in relazione con le linee guida UE e OMS. Insufficienza invece per Bologna, Forli e Ravenna. Rimini è una mosca bianca dentro i parametri della sufficienza.
Inverso, come raccontato sull’edizione di ieri della Nuova il quadro sui rifiuti, che vede 7 dei 9 capoluoghi con una soglia di raccolta differenziata oltre il 65%, con in testa Ferrara (87,6%), Reggio Emilia (81,9%) e Parma (81,9%). In fondo Bologna (62,6%) e Modena (61%).
Sul quadro della mobilità, l’Emilia-Romagna in generale è seconda per incidentalità stradale secondo i dati Istat 2020, con 11.692 incidenti, 223 morti e 15.096 feriti. In questo quadro, secondo i dati 2022 Aci/Istat Bologna registra un tasso di incidentalità del +10%. Per quanto riguarda la ciclo-pedonalità, Reggio-Emilia si classifica seconda in Italia con 40,46 metri di piste/100 abitanti.
Tornando decisamente sul dato ferrarese la cartina tornasole è in chiaroscuro. O meglio si può dire che sugli ambiti entro cui è possibile intervenire la città cerca di farsi trovare tutto sommato pronta. Lo ricordava anche ieri l’assessore all’Ambiente, Alessandro Balboni: estensione della ztl (990,4 metri quadrati ogni 100 abitanti), che colloca Ferrara al 4° posto nazionale, il solare pubblico (quantificato in base alla potenza installata sugli edifici pubblici ogni mille abitanti), che evidenzia superfici in crescita assegnate all’energia green, e le infrastrutture per le ciclabili (in base al criterio dei metri equivalenti ogni 100 abitanti), voce che vede la città all’undicesimo posto, anche in questo caso con numeri positivamente in crescita, con un significativo balzo in avanti da un valore di 17,54 dell’anno scorso al 22,66 di quest’anno.
Ci sono però elementi che imporrebbero accorgimenti: ogni 100 abitanti ci sono 66 auto e 12 motociclette che contribuiscono ad elevate emissioni di Pm10 e Pm 2,5 tanto che il report di Legambiente bollina come “scarsa” la qualità dell’aria estense. Anche sul fronte dei rifiuti – pur a fronte, come detto, dell’altissimo livello di differenziata – si può fare meglio nella cultura civica visto che si parla di 642 chilogrammi prodotti ad abitante, numero fuori controllo alla pari di quelle che viene catalogata come “dispersione idrica” che si attesta al 32% quando il dato fisiologico è compreso tra il 10 e il 15%. Tanti, quindi, i temi su cui lavorare con convinzione per migliorare il 19° posto generale delle performance ambientali, due posti in meno del 2022 ma a fronte di un +4,77% di miglioramento sui 19 parametri della sostenibilità. l
F.D.
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