Violenza sulle donne, a Ferrara si va a lezione di rispetto
Rinnovato il protocollo tra questura e Cam per prevenire l’odio di genere
Ferrara «Il problema della violenza riguarda tutta la cultura maschile, anche l’uomo più innocuo dovrebbe interrogarsi». Parla con serenità e chiarezza, Michele Poli, che diedi anni fa ha fondato il Cam, il Centro di ascolto uomini maltrattanti di Ferrara, una piccola associazione che svolge un ruolo fondamentale: aiutare gli uomini violenti a seguire un percorso di autoconsapevolezza e accompagnarli verso un nuovo modo di approcciarsi al mondo femminile, o forse al mondo intero, ricercando soluzioni pacifiche ai conflitti.
Ieri il Cam e la questura di Ferrara hanno rinnovato un protocollo fino a tutto il 2024 che si affianca a quello con l’Ausl per il contrasto e la prevenzione della violenza di genere, in base al quale gli uomini autori di violenza domestica o atti persecutori colpiti dal provvedimento di ammonimento saranno invitati dal questore a rivolgersi al centro di ascolto per intraprendere un percorso di cambiamento e recupero con colloqui individuali e di gruppo al fine di comprendere le conseguenze dei loro atti e di evitare recidive.
«Dei circa 40-50 provvedimenti di ammonimento che emettiamo ogni anno, la maggior parte sono rivolti a uomini che prevaricano le donne - spiega il dirigente dell’Anticrimine Sergio Russo - . Vogliamo rinforzare la nostra attività sotto l’aspetto preventivo invitando gli uomini a intraprendere dei percorsi di sostegno».
«Ultimamente si rivolgono a noi circa 40 uomini ogni anno e sono una settantina quelli che abbiamo in carico», conferma Poli. «Si tratta di un percorso di gruppo settimanale che dura circa un anno. Facciamo un colloquio iniziale individuale e con chi rimane e affronta il percorso di gruppo funziona, perché crea uno spazio sano e non violento. È una piccola palestra della non violenza per gli uomini».
«Lavoriamo sulle relazioni quotidiane - prosegue Poli -. I litigi avvengono perché le persone non sanno individuare soluzioni alternative. È un problema che riguarda certamente anche le donne, gli uomini vengono educati meno al dialogo e a sostenere apertamente le loro idee». Poli fa un esempio di vita banale, se vogliamo, quello di un marito che non gradisce accompagnare la moglie a far la spesa ma sta zitto e poi si “sfoga” criticando ogni sua scelta, esercitando una violenza psicologica duratura nei suoi confronti.
«Sono meccanismi diffusi nel mondo maschile e bisogna interrogarsi. Bisogna chiedersi perché le donne se girano per strada, magari di notte e da sole, hanno paura quando incrociano degli uomini: sono gli uomini che rappresentano una minaccia, anche se non vogliono, anche quando non lo sono, soprattutto per donne che hanno già subito violenze».
C’è una via d’uscita, sostiene Poli, ed è «il cambiamento maschile». Chi frequenta il Cam e riesce a seguire il percorso, cessa solitamente di compiere violenze fisiche e per «quelle psicologiche almeno un 50% li recuperiamo». Queste sono quelle più insidiose: «Un momento di violenza non è un problema, lo è la sua continuità». E rovina le vite, ecco perché rivolgersi al Cam è anche un modo per riportare un po’ di serenità anche individuale. Ed ecco perché realtà come questa meritano di essere rafforzate e supportate.
Il Cam ha due sportelli a Ferrara e Cento, i contatti e le informazioni si possono trovare sul sito www.centrouominimaltrattanti.org. l
Daniele Oppo
© RIPRODUZIONE RISERVATA