Portomaggiore, le 5 donne di famiglia
Con l’arrivo di Ginevra si è alla quinta generazione. Lara Piazzi: «Mia nonna Giuseppina ha cucito il corredo per la bimba»
Portomaggiore È sempre una grande gioia quando in famiglia arriva un nuovo membro. Ma, quando al lieto evento possono assistere non solo la bis ma anche la trisnonna, la felicità si moltiplica. La piccola Ginevra Sartori, nata il 2 luglio, ha infatti la fortuna di poter essere abbracciata e coccolata da altre 4 generazioni: un evento abbastanza raro che la nonna, Lara Piazzi, ha voluto immortalare in una foto con tutte le altre piccole e grandi donne della sua famiglia di Portomaggiore.
Eleonora Suà, la mamma di Ginevra, è andata a vivere con il compagno Andrea Sartori in Trentino “rompendo” la tradizione familiare, ma ciò non significa che siano venuti meno i legami che sono più forti che mai, dato che ogni volta che vi è la possibilità, tra videochiamate e viaggi, ci si ritrova sempre tutte assieme per condividere bei momenti.
Lara Piazzi ripercorre la storia di queste 5 generazioni riunite, a partire da sua nonna Giuseppina Tamburini (classe 1929), trisnonna di Ginevra: «I miei nonni vivevano inizialmente a Maiero, paese poco distante da Portomaggiore. Entrambi erano contadini, come la maggior parte delle persone della zona. In seguito mia nonna è andata a lavorare in risaia da Colombani e a 43 anni si è dovuta fermare perché è stata una delle prime persone a cui è stato installato un pacemaker al Sant’Anna di Ferrara».
Oltre ad essere stata protagonista in prima persona della storia della medicina, Giuseppina, continua a mantenersi attiva non solo in cucina, cucinando con la figlia Gabriella Mingozzi, cappelletti e cappellacci, ma anche lavorando a maglia. Come vuole la più antica tradizione, infatti, è stata proprio lei a realizzare il corredo della neoarrivata: «Si alzava la mattina – racconta Lara – si metteva subito a sferruzzare e ha preparato copertine, berretti, calzini, sciarpe per quando crescerà e altre cose carine. La sua paura era di non riuscire a vedere Ginevra, per questo si era portata avanti». Paura che aveva motivo nella numerologia: «Mia nonna aveva 8 sorelle – ricorda ancora Lara – ora sono rimaste in 2. All’età di 89 anni, sia la mamma (la mia bisnonna) che le sorelle sono venute a mancare. Per questo mia nonna temeva che, raggiunto quel traguardo, sarebbe toccato a lei. Io la rassicuravo e infatti ora ne ha 94 ed è più tranquilla».
Passata la paura, la signora Giuseppina continua non solo a creare all’uncinetto i vestiti, ma anche a rammendare e non solo: «Mia sorella aveva una bicicletta con il cesto in vimini che si bucò. Mia nonna, prontamente, rammendò anche quello. Il mezzo venne poi rubato e, quando vennero ritrovate delle bici, lei andò a controllare e riconobbe la sua proprio grazie al cestino rammendato a mano! ».
Diversa la storia di Gabriella Mingozzi, mamma di Lara Piazzi e bisnonna di Ginevra: «Ha fatto tutta la vita la sarta, lavorando nel campo della moda per grandi firme. Negli anni ’70 ha avuto anche una sartoria che confezionava abiti su misura a Portomaggiore. Poi, quando io e mia sorella abbiamo finito le scuole, per darci la possibilità di avere uno sbocco lavorativo ha creato un laboratorio di confezioni dove lavoravamo per conto terzi. Una volta raggiunta la pensione, mia sorella è rimasta nel settore andando però a lavorare a Stienta in un’industria di alta moda, mentre io ho intrapreso la carriera di oss».
Per ritrovarsi tutte insieme non serve aspettare le classiche festività: ogni occasione è buona e, almeno una volta al mese, ci si siede attorno al tavolo. Storie di quotidianità ma anche di un passato tragico di chi ha visto con i propri occhi la Seconda guerra mondiale: «Quando penso a ciò che ha vissuto mia nonna non mi sembra impossibile che all’epoca potesse essere così dura. Adesso sorridiamo nel sentire certi aneddoti, ma una volta era tutta un’altra storia. Ad esempio, per scaldare l’asciugamano si appoggiava quest’ultimo sul dorso della mucca, oppure ci si lavava nella stalla che era uno dei luoghi più caldi della casa». I tempi ora sono cambiati, ma la guerra rimane una costante e, per chi l’ha vissuta, il timore è sempre dietro l’angolo: «Quando mia nonna sente certe notizie al tg, fatica a crederci e, anche quando gli aerei passano a bassa quota, la memoria fa tornare indietro nel tempo facendo ricordare scene che non vorremmo mai più vedere».l
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