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Comacchio, Casone S. Alberto: la sua proprietà è ancora un rebus

Nicola Vallese
Comacchio, Casone S. Alberto: la sua proprietà è ancora un rebus

Il rimpallo di responsabilità nella vicenda innescata da Sambi

01 novembre 2023
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Comacchio È una vicenda strana e dai contorni sempre più complicati quella del Casone di Sant’Alberto portata in Consiglio comunale dal capogruppo della lista civica 2Q20, Filippo Sambi, attraverso un’interrogazione per cercare di capire a chi appartenga l’immobile. Comune di Comacchio o Società Valli Meridionali di Comacchio srl?

L’altra sera l’assessore al Demanio, Antonio Cardi, ha provato a fare luce e a ricostruire la storia che ha anche dei risvolti paradossali: «L’immobile comunemente denominato Casone di Sant’Alberto è attualmente censito al catasto dei fabbricati del Comune di Argenta al foglio 189 con il mappale 88 subalterni 1 e 2, categoria catastale A3, classe 1, consistenza 4 vani. Benché di vecchia costruzione solo di recente è stato censito al catasto dei fabbricati con denuncia di nuova costruzione del 27 dicembre 2022 e tipo mappale del 22 dicembre 2022». L’assessore spiega che fino a tale data, questo risultava censito impropriamente in maniera esclusiva al catasto terreni del Comune di Argenta con la particella 28; dalla visura catastale storica, fino al 30 dicembre del 2004, il Comune di Comacchio risulta proprietario superficiario per il fabbricato e cointestatario per l’area di sedime mentre l’allora società anonima Bonifiche Valli Meridionali spa di Comacchio risulta titolare di oneri possessori cointestati per l’area. Il 30 settembre 2004, spiega Cardi, «con atto di cui repertorio 98800 del notaio Carlo Vico di Bologna, la società Bonifica Valli Meridionali di Comacchio da spa viene trasformata in Bonifica Valli Meridionali di Comacchio srl e in questo atto, fra i beni della società anonima trasferiti a quella nuova, compare la particella 28 su cui insiste il Casone di Sant’Alberto ma senza nessuna indicazione in merito alle modalità con cui la stessa società è diventata proprietaria del bene».

Una svista? Per ora tutto può essere, se non fosse per un contorno surreale: «L’aspetto singolare di questo atto notarile – prosegue l’assessore – è che è stato registrato a Bologna il 13 aprile 2004 mentre è stato trascritto il 14 settembre 2021. Ben 17 anni dopo! È doveroso evidenziare che solamente con la nota di trascrizione depositata presso l’Ufficio del territorio dell’Agenzia delle entrate, l’ex conservatoria dei registri immobiliari, che pubblicizza l’esistenza del rogito ai terzi». Ciò significa che, con una semplice visura catastale, fino al 2021, era impossibile venire a conoscenza di tali fatti dato che l’atto non era stato trascritto. Anche qui c’è da capire a cosa sia dovuto questo “buco” quasi ventennale. Andando a scavare in profondità, dopo un’ispezione nell’Ufficio del territorio dell’Agenzia delle entrate di Ferrara, in favore della società anonima Valli Meridionali spa, è emersa una nota di trascrizione datata 13 settembre 1958 che fa riferimento ad una “citazione libellata” del 9 maggio 1956. In quella, l’avvocato Ireneo Farneti avrebbe depositato presso l’aiuto ufficiale giudiziario del tribunale di Ferrara una domanda giudiziaria finalizzata alla rivendicazione della piena proprietà da parte della società anonima Bonifica Valli Meridionali di Comacchio di svariati immobili “fra cui compaiono le particelle 3P, 4 e 5 del foglio 189 del catasto terreni del Comune di Argenta per una superficie complessiva di 1.759 ettari, 81 are e 90 centiare”. Come agirà quindi il Comune per non perdere la proprietà del bene? l

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