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Ferrara, il Po verso il livello di attenzione: «Il piano di rinaturazione riparte»

Stefano Ciervo
Ferrara, il Po verso il livello di attenzione: «Il piano di rinaturazione riparte»

Crescita di cinque metri. Bratti (Autority): «Abituarsi ai saliscendi ma anche intervenire»

03 novembre 2023
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Ferrara La nuova ondata di maltempo sta accendendo i triangolini rossi dell’allerta piena per ora nella parte alta del corso del Po, che per fortuna partiva da livelli quasi da secca estiva. Ieri cominciavano a vedersi curiosi lungo le sponde dalle parti di Pontelagoscuro e Santa Maria Maddalena, e in effetti, anche se la piena è ancora di là da venire, la crescita del grande fiume anche dalle nostre parti è stata spettacolare. Nel tardo pomeriggio era arrivato a -65 centimetri dallo zero idrometrico, ed è bene ricordare che il livello di attenzione (colore giallo) scatta a +50 centimetri: fa però impressione ricordare che solo dieci giorni fa il livello a Ponte era ben oltre -5, quindi la risalita è stata di cinque metri.
 

Come un qualsiasi fiume a carattere torrentizio. «A fine ottobre avevamo preso atto in sede di Osservatorio sulla siccità del ritorno alla normalità, oggi siamo già a questa situazione che peraltro non alimenta al momento problemi. Dobbiamo abituarci ai saliscendi ma anche prendere adeguate misure»: a parlare è Alessandro Bratti, segretario dell’Autorità distrettuale del fiume Po, e la sua sottolineatura non è casuale.
 

Rinaturiamo? La novità di questi mesi non è tanto il corso del Po a fisarmonica, quanto «la constatazione che ormai sia sufficiente pioggia persistente ma non alluvionale sul modello Romagna per mandare in crisi interi bacini idrici, come sta succedendo in questi giorni - continua Bratti - Questo significa da una parte che il nostro territorio è stato reso più vulnerabile da un livello di urbanizzazione eccessivo, tanto che con la Regione stiamo valutando di ricostruire con una logica diversa sui territori alluvionati della primavera scorsa; e dall’altra ad intervenire con gli strumenti a disposizione per garantire più spazio ai fiumi, a partire dal Po, dove il piano di rinaturazione non si è fermato affatto, come da più parti è stato detto nelle settimane scorse, ma anzi viene rilanciato con i dovuti correttivi». Il riferimento è all’annuncio di un mese fa dello stop ai primi espropri di pioppeti lungo l’asse del fiume, per l’opposizione dei proprietari sostenuti dalle associazioni agricoole, con il conseguente «congelamento» dell’intero progetto da 375 milioni, che prevede diversi interventi nel tratto ferrarese del fiume.
 

«Proprio in questi giorni - è l’annuncio del segretario dell’Autorità distrettuale, che oggi parteciperà ad un tecnico sul tema - è convocata la Conferenza dei servizi per modificare le cinque schede che effettivamente, in sede di esecuzione da parte dell’Aipo del Piano d’azione, hanno presentato espropri e abbattimenti in eccesso dei pioppeti. Una volta corrette queste situazioni, che riguardano anche l’Emilia Romagna, gli interventi diventeranno operativi: si tratta infatti di un progetto “bandiera” per l’Unione Europea, agganciato a 20 miliardi di fondi del Pnrr, che per il meccanismo del Recovery sarebbero a rischio in caso di stop della rinaturazione del Po». La presenza di pioppi nell’alveo del grande fiume può rappresentare un problema, in quanto fanno da barriera al defluire della acque o possono creare ostacoli, «ma solo in zone di rischio specifico» sottolinea Bratti. Il progetto prevede la ripulitura delle sponde da vegetazione infestante e appunto a rischio, la “pulizia” del corso e il rafforzamento delle arginature.
 

Anche fiumi del bacino vanno messi in sicurezza, ed a questo proposito il segretario dell’Autorità preannuncia uno studio per la «tracimazione controllata» dell’Enza, e un altro per la «rivisitazione completa» del corso del Reno.
 

Monitoraggio Ieri intanto è finita sott’acqua per la prima volta dal periodo della siccità la passerella della Canottieri di Ponte, con l’acqua che ha invaso il prato: «Almeno fino al weekend non ci sono elementi di preoccupazione» spiegavano in serata al circolo. Bisogna comunque tener d’occhio gli affluenti, visto che quelli emiliani hanno raggiunto l’allerta arancione idraulica (livello due) con «propagazione di piene e occupazione delle aree golenali ed interessamento degli argini maestri» avverte l’Arpae.  
 

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