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Ferrara, il Cpr fa discutere

Giovanna Corrieri
Ferrara, il Cpr fa discutere

Diversi ferraresi non vogliono il centro per i migranti

11 novembre 2023
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Ferrara La provincia diventa quasi la stessa cosa e il caso migranti si ripropone.

«Faccio come Gorino: metto i bancali all’inizio della strada e non faccio passare nessuno. Non qui da noi, si faccia da un’altra parte». Un residente, già sicuro dell’appoggio di «tanti altri: sono il boss di via dell’Aeroporto, credo proprio che qualcuno la pensi come me», ha accolto così le intenzioni del governo (nero su bianco in una lettera inviata a Regione, Prefettura e Comune) di aprire un Centro di permanenza e rimpatrio migranti nell’area dell’ex aeroporto militare.

E se ieri mattina in zona nessun altro, di fatto, ha ritirato fuori le barricate, è pur vero che diversi residenti si sono detti contrari al Cpr, qualcuno definendosi  addirittura «ormai razzista», qualcuno altro prevedendo già il «degrado di una zona splendida»; «dipenderà tutto dalla gestione, ma così capiremo tutto a conti fatti», sostenevano altri.

«Siamo alla frutta su questa storia – dice Berto Torelli – non abito qui ma questa è una zona splendida ed è un peccato che sia destinata ad ospitare un Centro di rimpatrio. E poi non è possibile che su queste questioni non si dia ai cittadini la possibilità di confrontarsi. Mi meraviglio del sindaco che sta accettando tutto questo. Una decisione simile creerà ulteriori disagi, in questa zona come è già successo in altre della città, perché i problemi si spostano solo da una parte all’altra, non sono risolti».

«Il Cpr? Non sono assolutamente d’accordo – diceva Maria – un tempo non ero razzista, e non faccio di tutta l’erba un fascio, ma si sentono troppe cose brutte. Poi se è ben controllato per carità, abbiamo tutti un cuore ma sarei più propensa ad aiutarli a casa loro».

Ancora più perentoria un’altra signora: «Sono molto contraria, sono diventata razzista, e possono stare a casa loro. Spero che in tanti la pensino come me ma il pensiero ormai conta davvero poco». C’erano anche i residenti che allargando le braccia affermavano che «da qualche parte dovranno pur farli questi centri», e la fiducia in questi casi era riposta nell’amministrazione leghista «che dovrebbe affrontare per lo meno in un certo modo la questione, e questo potrebbe essere una garanzia».

 «Nessuna preoccupazione – diceva Margharita Carregno Ortega – da qualche parte bisognerà pur permetterli questi Centri e io ho fiducia in questo sindaco, pur essendo di orientamento molto diverso sono contenta di quello che sta facendo e penso che garantirà una gestione impeccabile della struttura». Roberto e Gabriella Piazzi provavano a spiegarsi l’atteggiamento di preoccupazione dei residenti affermando che spesso «queste persone fanno fatica ad integrarsi, oppure non è loro intenzione farlo. Non puoi venire qui e poi dire che sei stufo di sentir parlare italiano, o non rispettare certi usi e costumi del paese in cui ti trovi. A  ogni modo se ci si mette nei loro panni la sofferenza è palpabile. Fanno un po’ pensare ai nostri quando andavano all’estero e soffrirono molto, alcuni dicevano che se la nave fosse affondata sarebbe stato meglio».

«Tutto dipenderà dalla gestione che se ne farà – ribadivano Ezio Tassinari e Irma Pagnotta – sta tutto là. Certo un Cpr destinato ad ospitare fino a 300 persone non è poca cosa e può essere in un certo senso preoccupante pensando a tutti i servizi in televisione o agli articoli in cui si fa vedere che spesso queste persone vanno in giro e non sono controllate, ma eticamente non c’è alcun problema. Si suppone anche che a Ferrara ci sia una gestione esemplare di queste questioni visto che abbiamo al governo della città la Lega». «Nessuna preoccupazione – diceva la moldava Nadia – se non siamo tolleranti e solidali fra di noi, pur con storie diverse...».