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Il caso

Ferrara, violentata durante la festa

Daniele Oppo
Ferrara, violentata durante la festa

Un giovane condannato a 5 anni e 8 mesi per aver abusato di una ragazza di 17 anni. L’ha minacciata con un coltello per costringerla poi gli altri amici hanno udito le urla

14 novembre 2023
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Ferrara Poco tempo. Poco tempo in cui è successo troppo: una ragazzina di 17 anni minacciata con un coltello e costretta a una rapporto sessuale da un ragazzo di 24 anni. Il tutto in una serata che sarebbe dovuta essere di festa, il 27 novembre del 2020, anno della pandemia da Covid-19, quando un gruppo di giovani ha deciso di fare un po’ di baldoria in un appartamento.

Quello stupro ha portato ieri a una condanna: 5 anni e 8 mesi di reclusione in abbreviato per il ragazzo, oltre a 15mila euro di risarcimento del danno a titolo di provvisionale a beneficio della ragazza, costituitasi parte civile nel processo, assistita dall’avvocata Sara Bertelli. Questa le decisione del giudice dell’udienza preliminare Carlo Negri. Il pm Andrea Maggioni ne aveva chiesti sei, di anni.

Le cose avrebbero potuto andare anche peggio: l’imputato, secondo quanto emerso, avrebbe approfittato di un momento in cui il resto degli amici era uscito fuori dall’appartamento, costringendo così la ragazza, conosciuta in occasione della festa, a un rapporto sotto la minaccia del coltello, interrotto anche per via della sua resistenza e delle sue urla. Proprio queste sono state udite dagli amici una volta rientrati in casa e a loro la ragazza ha raccontato cosa le era appena successo. I componenti della compagnia hanno tutti testimoniato in tal senso, e la ragazza era stata sentita a suo tempo in incidente probatorio, ovvero un momento delle indagini in cui si anticipa il contraddittorio tra le parti che avverrebbe poi durante il processo, in modo da “congelare” la prova che si potrebbe perdere.

Il giorno dopo ha denunciato tutto. Al pronto soccorso le sono state refertate ecchimosi alle ginocchia, al fianco e al collo. Alle indagini ha preso parte anche il Ris di Parma, che ha analizzato un foulard della ragazzina, sporcato dal sangue del suo aggressore, che si era tagliato.

La difesa dell’imputato, sostenuta dall’avvocato Alfonso Marra del Foro di Bologna, aveva chiesto l’assoluzione: «Per noi ci sono dei dubbi per via della mancanza di tracce biologiche riconducibili all’imputato sul corpo della persona offesa». Quasi scontato che verrà proposto appello contro la sentenza.

Di opinione opposta l’avvocata Bertelli, che assiste la ragazzina come parte civile: «Il quadro probatorio ha confermato la credibilità delle dichiarazioni della mia assistita, tanto che si è arrivati oggi alla condanna dell’imputato». l

Daniele Oppo

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