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Ferrara, Cpr e polemiche: la Papa Giovanni XXIII al fianco del vescovo

Ferrara, Cpr e polemiche: la Papa Giovanni XXIII al fianco del vescovo

Nell’acceso dibattito sul Cpr a Ferrara, anche la Comunità Papa Giovanni XXIII in Emilia si schiera al fianco del vescovo di Ferrara Gian Carlo Perego, attaccato direttamente dal sindaco Alan Fabbri: “Le nostre case dell’accoglienza sono della Diocesi”

18 novembre 2023
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Ferrara Nell’acceso dibattito sul Cpr a Ferrara, anche la Comunità Papa Giovanni XXIII in Emilia si schiera al fianco del vescovo di Ferrara Gian Carlo Perego, attaccato direttamente dal sindaco Alan Fabbri. 
 

“Molte delle strutture nelle quali viviamo, operiamo e accogliamo, ci sono state messe a disposizione dalla Diocesi di Ferrara proprio perché le nostre porte venissero spalancate”,  dichiara Caterina Brina, responsabile della Comunità Papa Giovanni XXIII in Emilia, nonché responsabile di casa famiglia a Ferrara in un riferimento esplicito all’accusa mossa da Fabbri e Perego. 


“Giovani provenienti dai corridori umanitari – elenca Brina -, profughi provenienti dalla rotta balcanica o dagli sbarchi in Sicilia dopo essere transitati dalla Libia, donne africane vittime di tratta provenienti dalle strade della nostra città, minori non accompagnati, non ultima un’intera famiglia particolarmente numerosa di persone fuggita dall’Afghanistan e ospitata in una parrocchia della nostra provincia. Per questo motivo esprimiamo piena solidarietà e condivisione di pensiero con quanto espresso dal vescovo, Mons. Giancarlo Perego».


Per Brina “I Cpr sono di fatto luoghi di detenzione dove non vengono garantiti la libertà individuale e i diritti umani basilari e dove si attua in maniera coercitiva il rifiuto dell’accoglienza. - continua Brina - Da molti anni accogliamo nelle nostre case famiglia e strutture in provincia di Ferrara, insieme a soggetti fragili, anche immigrati adulti o minori, donne schiavizzate, profughi, divenendo famiglia anche per le persone che, provenendo da altri Paesi e avendo perso tutto, necessitano di trovare aiuti per inserirsi nella nostra società, lavorare dignitosamente e creare relazioni stabili e fraterne”. 
 

“Da decenni a Ferrara ci approcciamo alla questione migratoria seguendo il modello dell'accoglienza diffusa. - conclude Brina - Proponiamo pertanto che il Comune promuova accordi di rete con la società civile, il terzo settore, l’imprenditoria locale, i servizi socio-assistenziali, le parrocchie e la diocesi per puntare sulla modalità di un’accoglienza profetica che si radichi nel nostro tessuto sociale”.