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Violenza di genere

Femminicidi, le riflessioni degli studenti

Femminicidi, le riflessioni degli studenti

Testi di Simona Campanella, classe 5° D liceo Carducci, e Piergiulio Gallani, classe 3D liceo Carducci

21 novembre 2023
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di Simona Campanella *

Nell’anno 2023, nella nostra Nazione, ci sono stati 105 femminicidi: figlie, sorelle, madri, nonne. Donne che volevano avere la libertà di amare e anche di lasciare andare, perché non tutto dura per sempre ed è giusto andare avanti quando succede. L’ultimo caso, quello di Giulia Cecchettin, rappresenta tutte noi: amava un ragazzo e poi non più, quindi ha voluto chiudere quella relazione. Tuttavia non lo ha abbandonato e gli è stata accanto per affetto, perché anche se l’amore passa, restano i ricordi e le persone di buoni sentimenti non lo dimenticano. Purtroppo, la sua bontà è stata mal ripagata. Lui non ha rispettato questa scelta e la sua persona. Filippo Turetta, come tanti altri, ha ucciso proprio perché esiste questa mancanza di rispetto e di amore, perché l’amore è libertà, non è costrizione, anche quando una persona ti dice di no.

Non sarà possibile evitare i femminicidi finché la società in cui viviamo non deciderà finalmente che le donne non sono un oggetto che si possieda, che si possa usare per poi gettare e privo di ogni volontà. Bisogna che la società tutta abbia una educazione emotiva, che si impari il rifiuto e che la violenza non è solo fisica, ma anche psicologica. Questo insegnamento deve essere mosso per prima dalle famiglie, poi anche dalla scuola.

“Amore Criminale” è un programma televisivo della Rai che racconta dei femminicidi in Italia, ripercorrendo passo dopo passo le storie di donne che purtroppo hanno subito una relazione, non vissuta. Sarebbe bello poter mostrare qualche puntata a scuola, così da far capire ai ragazzi che un “sono geloso” o “sei mia” non è sintomo di amore, ma di possessività. Donne che l’hanno capito troppo tardi e che hanno provato a scappare, ma ormai per loro non c’era più niente da fare. Attivare un modulo di difesa personale scolastico può aiutare ad avere tutti una piccola base in caso di emergenza.

Una tragedia come quella di Giulia, una mia coetanea, l’ho vissuta con un senso di avvilimento perché non capisco come nel 2023, dopo tante lotte, dopo tante storie senza lieto fine, siamo ancora una volta punto e a capo a indignarci e a interrogarci sulle cause, che però già conosciamo. Giulia doveva laurearsi, aveva degli obiettivi, amava la sua famiglia, amava la vita. Ora le è stato spazzato via tutto, per un uomo che non ha accettato il suo battito d’ali, soltanto per questo. So che la psiche dell’uomo non è sempre stabile. Basta un attimo, solo uno, il cielo sopra di noi si spegne e tutti abbiamo bisogno di aiuto. Maschi e femmine.

Quell’aiuto lo dobbiamo trovare a portata di mano, nell’immediato, altrimenti ci ritroveremo - ancora una volta, così come è già stato fatto 105 volte nel 2023 - a domandarci cosa fare per evitare un’altra morte.  l

* classe 5° D liceo Carducci di Ferrara

di Piergiulio Gallani*

Vorrei condividere una riflessione personale su un importante tema di attualità che purtroppo affligge ogni società: il femminicidio.

Il femminicidio è una tragica e abominevole realtà che richiede una profonda riflessione personale e sincera che ognuno dovrebbe provare a fare.

In primo luogo, è importante comprendere che il femminicidio non ha radici unicamente in un singolo individuo violento, ma è il risultato di una serie di fattori sociali, culturali ed economici che contribuiscono alla disuguaglianza di genere. La discriminazione e l’oppressione delle donne creano un ambiente fertile per la violenza, alimentando il circolo vizioso delle relazioni abusive.

Una riflessione sincera sul femminicidio ci porta inevitabilmente a interrogarsi sulla natura umana e sulla capacità dell’uomo di infliggere tali atrocità nei confronti delle donne. È fondamentale riconoscere che la violenza di genere non è una caratteristica innata degli uomini, ma il risultato di un sistema di valori distorto che favorisce la supremazia maschile e perpetua stereotipi dannosi.

Da normale studente mi verrebbe da dire che il femminicidio è una grave violazione dei diritti umani, che richiede un’azione immediata da parte di ogni membro della società. È necessario combattere questa forma di violenza attraverso l’educazione, la consapevolezza, la promozione dell’uguaglianza di genere e l’adozione di misure legislative adeguate per garantire la sicurezza delle donne. Ognuno di noi ha la responsabilità di contribuire a creare un mondo in cui ogni individuo sia libero dalla paura e rispettato nella sua dignità.

Purtroppo, questa realtà è come un virus o una qualsiasi malattia: a tutte può capitare ed esserne affette.

Parlando personalmente, anche io ho paura che un fatto del genere possa capitare ad una persona a me cara e vicina, perché dalla società attuale sembra, ormai, che ci si possa aspettare di tutto; e questo detto da uno studente di 16 anni nel 2023 credo sia una delle cose più orribili da dire.

È importante sottolineare, anche se sembra ovvio, che non tutti i maschi si comportano in modo negativo o contribuiscono al femminicidio. Come ho già specificato prima, il comportamento violento e discriminatorio nei confronti delle donne è sostenuto da una combinazione di fattori sociali, culturali ed individuali tra i quali: socializzazione di genere, strutture politiche patriarcali, problemi di salute mentale e (a mia opinione il fattore più importante e reale) ignoranza e mancanza di educazione. È importante sottolineare che questi fattori non giustificano in alcun modo il comportamento violento e che ciascun individuo è responsabile delle proprie azioni. Tuttavia, affrontare e contrastare questi fattori può contribuire a creare una società più sicura e rispettosa per tutti.

* classe 3D liceo Carducci di Ferrara