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La tragedia

Cologna, trovato morto nell’ex canonica: sospetti sul monossido della stufa

Annarita Bova
Cologna, trovato morto nell’ex canonica: sospetti sul monossido della stufa

La vittima è Alberto Buzzoni, 73 anni. A dare l’allarme un suo amico. I figli disperati: «Non si meritava una fine così. Speriamo non abbia sofferto»

23 novembre 2023
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Cologna È morto quasi certamente a causa del monossido di carbonio, Alberto Buzzoni, 73 anni, residente in quella che era stata la canonica della chiesa di Cologna. A dare l’allarme alcuni conoscenti che, non vedendolo comparire al mattino, si sono insospettiti ed hanno chiamato i figli ed anche i soccorsi. Sul posto i vigili del fuoco, l’ambulanza e i carabinieri ma per l’uomo non c’è stato nulla da fare: era già morto da alcune ore.

La disperazione

«Non meritava una morte così». Non si danno pace Omar e Denis, due dei quattro figli di Alberto Buzzoni, il 73enne di Cologna trovato morto mercoledì all’ora di pranzo nella sua abitazione di Valgrande, una località che si trova sulla strada provinciale 12, tra Cologna e Berra. Quasi certamente il decesso è dovuto al monossido di carbonio anche se bisognerà attendere l’ufficialità da parte degli enti intervenuti che stanno portando avanti tutte le procedure del caso. A dare l’allarme è stato un conoscente che non sentendolo e non vedendolo, nella mattinata si è recato nell’abitazione dell’uomo. Ha provato più volte a suonare e a chiamare, ma nulla ed essendo Buzzoni molto abitudinario, l’amico si è subito allarmato e quindi ha chiamato i soccorsi.

Sul posto sono arrivati subito i vigili del fuoco di Codigoro, i sanitari del 118 e i carabinieri della stazione di Copparo, ritrovando il corpo senza vita del 73enne all’interno dell’abitazione. Il pensionato si scaldava con una stufa a legna, e a quanto pare le esalazioni del fumo, che avevano invaso completamente l’abitazione, non gli hanno lasciato scampo.

La vittima

Alberto viveva da solo nell’abitazione che fino alla metà degli anni ’70 del novecento era la canonica, la dimora abituale del parroco della chiesa attigua, successivamente dismessa e abbandonata. “Buzzo”, come lo chiamavano affettuosamente tutti, avrebbe compiuto 74 anni lunedì prossimo. Era arrivato a Berra all’inizio del secolo, abitando per parecchio tempo dentro l’abitato. Successivamente aveva traslocato in questa casa, in aperta campagna, conservando la passione per gli animali da cortile: galline, polli, tacchini, conigli. L’altra grande passione era quella della pesca, che praticava a due passi da casa, dove passa il canale Contuga.

Divorziato, padre di tre figli, Omar, Denis e Davide e una figlia, Evelin. In paese lo conoscevano tutti e la notizia del suo decesso a lasciato sgomento. «Lo vedevo spesso passare con la bicicletta a pedalata assistita – racconta chi lo conosceva – persona tranquilla, non disturbava nessuno e salutava sempre». Apparentemente introverso di fatto si apriva molto con chi conosceva. «L’ho avuto vicino di casa per diversi anni, quando abitava in paese – racconta un signore di Berra – Andavamo d’accordo. Persona con diecimila difetti, come tutti, ma non mi ha mai negato un aiuto, ci aiutavamo a vicenda. Quando oggi sono passato davanti a casa sua e ho visto tutto quel movimento mi si è gelato il sangue e ho intuito che era successo il peggio».

Mentre vigili del fuoco e pompe funebri eseguivano il loro lavoro, Omar e Denis continuavano a non capacitarsi dell’accaduto. «Aveva fatto una telefonata ieri sera – ci dice Omar – e quindi il tutto dev’essere successo questa notte. Forse è passato dal sonno alla morte. Chissà. Però mio padre non c’è più». Ora il corpo è a disposizione delle autorità giudiziaria mentre si attende la conferma dell’intossicazione da monossido.