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Volano, i cicloturisti “invadono” l’oasi: «Ma qui in bici non si può entrare»

Katia Romagnoli
Volano, i cicloturisti “invadono” l’oasi: «Ma qui in bici non si può entrare»

Le lamentele arrivano dal gestore dell’area naturalistica di Canneviè

26 novembre 2023
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Volano Duecento cicloturisti appassionati di circuiti ambientali si sono resi protagonisti, nei giorni scorsi, di un’impresa epica al contrario, perché stride con i principi di salvaguardia di un’area naturalistica, dichiarata di interesse storico ambientale dalla convenzione di Ramsar, vale a dire l’oasi di Canneviè. Lo specchio vallivo attraversato da canneti, giunchi, tamerici e vegetazione arbustiva, si snoda su 64 ettari tra dossi emersi e acqua salmastra, che fiancheggiano la strada provinciale 54 di raccordo tra la statale Romea e Volano. Se è vero che il cicloturismo, sin dai tempi della pandemia, ha incrementato in modo esponenziale aficionados e fatturato, è altrettanto vero che il rispetto delle regole, soprattutto a tutela di flora, fauna e sentieri, non può essere disatteso.

A raccontare l’accaduto è Ottorino Zanellati, gestore dell’Oasi di Canneviè, nonché vice presidente della Pro Loco di Codigoro. «All’ingresso del percorso naturalistico è presente un segnale che prescrive il divieto di accesso alle biciclette, in quanto l’oasi è percorribile solo a piedi. Recentemente – spiega Ottorino Zanellati -, è stato ricostruito il sentiero e ci sono ponti in legno che possono danneggiarsi e tavole che vibrano. A decine, una mattina, sono arrivati cicloturisti, che mi riferivano di aver partecipato ad una iniziativa curata da un gruppo organizzato. Ho fatto presente che il cartello vieta l’accesso in bici, ma hanno fatto orecchie da mercante. Qualcuno mi ha risposto che potevano procedere, altri hanno risposto in modo stizzito». Per tutta la mattina Zanellati ha raggiunto gruppi per ribadire che quello in cui si stavano avventurando su due ruote, seppur ecologiche, era ed è un paradiso naturale sorto nel cuore del Parco del Delta del Po, un’area dalla ricchissima biodiversità, in cui nidificano e dimorano aironi bianchi, rossi e cinerini, ma anche fenicotteri rosa, fischini, cavalieri d’Italia, rapaci, germani, volpoche e tanti altri esemplari dell’avifauna delle zone umide. L’intera oasi è tuttavia interdetta alle biciclette, ma è visitabile solo a piedi, anche attraverso visite guidate che, dall’inizio della primavera, sino all’inizio dell’autunno, stanno riscontrando, da alcuni anni a questa parte, numeri sempre crescenti. «Alcuni cicloturisti hanno accettato di fornirmi qualche spiegazione – conclude il gestore dell’oasi di Canneviè – e ho scoperto che sul loro smartphone il gruppo organizzato aveva fornito due tracce Gps e proprio una di queste prevedeva l’accesso da qui. Spiace perché gli organizzatori non hanno avuto la sensibilità di chiedere o di verificare la fattibilità del percorso».

Tutto è partito dalla pagina Facebook Le Valli del Comacchio Amg social Ride, iniziativa organizzata da Amg Alta Marca Gravel Asd di Treviso. La vicenda è stata portata all’attenzione del sindaco Sabina Alice Zanardi dallo stesso Zanellati e da Marco Ruffato, presidente dell’associazione Volano Borgo Antico. «Ho esposto l’accaduto a Gianni Michele Padovani, nella sua qualità di presidente della Provincia – ha dichiarato Zanardi -, che è l’ente proprietario dell’area. Mi ha assicurato che saranno compiute tutte le verifiche per capire cosa è successo e quali saranno i provvedimenti da adottare». l

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