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Ferrara, Vikings Arobaga: «era mafia»

EMMANUEL OKENWA, 50 ANNI CONCOSCIUTO COME DJ BOOGYE O BUGI CAPO DELLA MAFIA NIGERIANA IN CITTÀ
EMMANUEL OKENWA, 50 ANNI CONCOSCIUTO COME DJ BOOGYE O BUGI CAPO DELLA MAFIA NIGERIANA IN CITTÀ

Depositate le 288 pagine di motivazione per le 17 condanne a pene per 230 anni e 5 mesi totali di reclusione arrivate il 7 giugno scorso nel processo ai membri del cult nigeriano che aveva assunto il predominio della zona Gad soprattutto per lo spaccio di droga

01 dicembre 2023
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Ferrara Era mafia, con l’aggravante dell’internazionalità e della disponibilità di armi. Sono state depositate le 288 pagine di motivazione per le 17 condanne a pene per 230 anni e 5 mesi totali di reclusione arrivate il 7 giugno scorso nel processo ai membri del cult nigeriano Vikings Arobaga, il gruppo che aveva assunto il predominio della zona Gad soprattutto per lo spaccio di droga, con eroina e cocaina che venivano importati dall’Olanda tramite corrieri e “ovulatori”.  

“La caratura mafiosa del sodalizio ferrarese (che operava come gruppo autonomo ed organizzato diffusamente esteso anche in altre località del territorio nazionale, quali Parma, Padova, Vicenza, Venezia e Torino) risulta incontrovertibilmente acclarata”, scrivono i giudici del Tribunale di Ferrara, secondo i quali è “indubbio il carattere mafioso dell’associazione Arobaga Vikings, essendo stata acclarata la sussistenza dei tre requisiti specifici richiesti per differenziarla da una comune associazione per delinquere”, ovvero la forza di intimidazione, l’assoggettamento e l’omertà.  

Tra le caratteristiche essenziali anche la presenza di una struttura gerarchica, l’uso di un linguaggio in codice (“salutamos” come saluto, “36” per indicare le riunioni” o “bella” per indicare delle donne affiliate) e di segni distintivi (come il colore rosso e richiami ai vichinghi con ciondoli o tatuaggi).  

A Ferrara la figura di spicco era quella di Emmanuel Okenwa, detto Boogye (o Bugi e Pape), che comandava l’area e che era anche una delle figure di vertice dell’organizzazione nazionale, appena sotto il “chairman”, il presidente che governava da Torino (dove chiedeva l’elemosina davanti a un supermercato) e al consiglio degli “Elders”.  

L’indagine, condotta dalla Polizia di Stato e coordinata dal pm Roberto Ceroni della Dda di Bologna e chiusa nel 2020, ha preso le mosse dal tentato omicidio di Stephen Oboh, leader del gruppo rivale Eiye, nell’agguato con machete avvenuto il 30 luglio 2018 in via Olimpia Morata.