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Pescatori in ginocchio

Goro. Granchio blu, tempo scaduto: si teme per l'ordine pubblico

Goro. Granchio blu, tempo scaduto: si teme per l'ordine pubblico

Il senatore Balboni: «Lo stato di emergenza non è possibile». Si punta alla calamità naturale, ma serve un decreto e occorrono mesi. «Senza risposte rapide c'è il rischio di tensioni sociali»

03 dicembre 2023
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Goro Cavilli burocratici, allo stato attuale, non consentono di riconoscere lo stato di emergenza, ma neppure lo stato di calamità naturale, per arginare il flagello che, nelle sacche di Goro e Scardovari, prende il nome di granchio blu. A giorni, tuttavia, è previsto il via libera della Commissione europea, in forza del quale il Governo italiano potrà emanare un Decreto Legge, necessario a inserire anche il settore della pesca e dell’acquacoltura, accanto a quello dell’agricoltura, tra i beneficiari delle misure previste in caso di attuazione dello stato di calamità naturale.

Sono solo alcune delle novità anticipate, ieri mattina, dal senatore Alberto Balboni (Fratelli d’Italia), nel corso dell’incontro, convocato dal Consorzio unico del novellame (Con. Uno), nella sala di via Borgo San Luca, di fronte al porto di Goro. «Nessuno ha la bacchetta magica – ha dichiarato Balboni –, ma dopo la manifestazione dei giorni scorsi a Porto Tolle, ho incontrato personalmente il ministro per la protezione civile e le politiche del mare, Musumeci che, in tempo reale mi ha messo a disposizione capi di gabinetto e di divisione dei due ministeri. Inoltre ho parlato con il ministro Lollobrigida. Abbiamo vincoli che non ha deciso questo Governo, ma sono derivati dalla normativa europea. Lo Stato di emergenza non può essere dichiarato non perché non lo vuole il ministro, ma perché previsto per eventi estremi, terremoti, alluvioni, frane, eruzioni vulcaniche. Sono stati persi 3 o 4 mesi per niente».

E la rabbia sale, con l’economia ferma e i redditi di 1.500 pescatori a rischio anche per il 2024, al punto ieri alcuni dei presenti hanno lanciato l’allarme: se entro un mese non saranno fornite risposte, si rischiano forti tensioni sociali.

È stata sondata la fattibilità della dichiarazione dello stato di calamità naturale, contemplata solo per l’agricoltura, ma secondo Balboni entro due mesi si arriverà al decreto attuativo. Massimo Genari, presidente di Con.Uno, parlando di “corto circuito”, ha aggiunto che le «istituzioni non si sono mostrate sorde, ma così non riusciamo più a lavorare». Sono due i fondi straordinari messi in campo in estate dal Governo, per contrastare il dilagare del granchio blu, il primo da 2,9 milioni di euro, uno solo dei quali utilizzato, il cui bando (rimborsi per l’acquisto di attrezzi, sistemi di cattura, contenimento e smaltimento dei crostacei) sarà oggetto di proroga, il secondo da 10,9 milioni, risorse che, per il biologo Edoardo Turolla, avrebbero dovuto essere impiegate «in modo strutturale, per porre freno a questa specie aliena che sta sconvolgendo gli equilibri del Delta del Po. Sinora tra Sacca di Scardovari e di Goro sono state smaltite mille tonnellate, di granchi, con risultati dubbi, perché continuano a proliferare. Per incentivare la cattura si potevano coinvolgere altri settori, tra cui il turismo, prevedendo ad esempio 1 euro per un chilo di granchi portati via. Avremmo già smaltito 10 milioni di chili e invece si è perso tempo».

Katia Romagnoli

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