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L’analisi

Ferrara, «il bullismo è diventato un grave problema»

Ferrara, «il bullismo è diventato un grave problema»

La psicologa Malagutti analizza la situazione dopo il caso degli studenti picchiati. «Chi subisce violenza tende a nasconderla per la vergogna: vanno capiti i segnali»

12 dicembre 2023
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Lo scorso 29 novembre abbiamo raccontato la triste vicenda di due ragazzini frequentanti un istituto superiore di Ferrara, che hanno deciso di cambiare scuola dopo le violenze subite già dai primi giorni di lezione. In particolare, uno dei due studenti una volta scoperti i lividi è stato portato al pronto soccorso, prima di decidere di cambiare istituto. I genitori, che già si erano rivolti ai carabinieri, hanno sporto alcuni giorni fa regolare denuncia. E l’amico dopo alcune minacce ha deciso di cambiare a sua volta istituto.



i Marica Malagutti*

Ferrara L’articolo pubblicato sulla Nuova Ferrara il 29 novembre 2023 dal titolo “Pestati in aula dai coetanei devono cambiare scuola” testimonia la grave problematica presente oggi più che mai anche nella nostra città, che prende il nome di bullismo.

Tale termine deriva dall’inglese bullyng coniato negli anni ’70 dallo psicologo svedese Dan Olweus e si tratta di una specifica categoria di comportamenti aggressivi caratterizzati da ripetizione e da un definito squilibrio di potere. La vittima viene presa di mira per una caratteristica particolare (troppo magro, troppo grasso, troppo basso, troppo alto, troppo bravo a scuola o, magari, perché è straniero). D’altro canto, la vittima non riesce a fronteggiare alle aggressioni diventando sempre più debole psicologicamente e di conseguenza sempre più forte l’aggressore.

Nella vittima si scatena anche la vergogna, spesso non chiede aiuto né ad amici né a famigliari e molte volte gli atti di bullismo avvengono nel silenzio e all’insaputa di chi invece potrebbe aiutare la vittima. È noto, infatti, che i genitori non siano i primi a venire a conoscenza che il figlio o la figlia siano stati molestati, a volte i famigliari si accorgono casualmente di segni sul corpo che puntualmente vengono nascosti dalla giovane vittima. Qualora un genitore, un amico o un insegnante si accorgesse di qualche particolare cambiamento, la prima risposta della vittima è la negazione dovuta al fatto appunto sia della vergogna sia dalle conseguenze che potrebbero attuare gli eventuali aggressori. Chi subisce bullismo spesso si isola, si chiude nella propria stanza evitando sia i coetanei che gli adulti. Ci può essere un peggioramento a livello scolastico ma anche sportivo.

I numeri Secondo i dati della Sorveglianza Health Behaviour in School-aged Children – HBSC Italia 2022, gli undicenni vittime di bullismo sono il 18, 9% dei ragazzi e il 19,8% delle ragazze. I tredicenni vittime di bullismo sono il 14,6% dei maschi e il 17,3% delle femmine, mentre i quindicenni sono il 9,9% dei maschi e il 9,2% delle femmine.

Ma come aiutare chi subisce bullismo? Sicuramente è importante osservare e capire i primi segnali di sofferenza degli adolescenti per questo gli adulti dovrebbero conoscere bene questo fenomeno. La seconda cosa importante è incoraggiare l’adolescente a parlare delle proprie preoccupazioni esprimendo compassione e interesse per quello che dice, andando anche al di là della vergogna della propria debolezza. È importante anche che i genitori si confrontino con altri adulti importanti per i propri figli come ad esempio gli insegnanti, trovare insieme ai ragazzi soluzioni per porre fine ad eventuali comportamenti aggressivi e molestie nei loro confronti. Se le molestie perdurano troppo nel tempo si arriva purtroppo ad allontanarsi dal proprio ambiente, cambiando anche scuola e purtroppo magari ritrovando altre situazioni simili a quelle già vissute.

È importante anche rivolgersi ad esperti nei casi più gravi, in modo da favorire il cambiamento, rafforzando le risorse del ragazzo bullizzato e creando una rete di protezione nei confronti dello stesso.

Infine, ma non meno importante, è aiutare il bullo a cambiare il suo atteggiamento, in primis individuando le ragioni che lo hanno spinto ad attuare tali comportamenti, ai motivi che lo hanno indotto a ricercare il potere sull’altro, ma anche facendolo mettere dal punto di vista della vittima, aiutandolo a chiedere scusa così cercando di eliminare ogni altra molestia e offesa nei confronti degli altri. l

* psicologa forense