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Il caso

Copparo, Carla è la bambina che nel 1945 ha salvato il pilota Hemingway

Davide Bonesi
Copparo, Carla è la bambina che nel 1945 ha salvato il pilota Hemingway

La figlia Lina: «Abitava fuori Coccanile, mi raccontò spesso questo episodio»

14 dicembre 2023
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Copparo Potrebbe essere Giancarla Fabbri la bambina che l’irlandese John Allman Hemingway, ex pilota della Raf e ultimo ancora vivo della Royal air force, sta cercando: sarebbe la bambina copparese a cui l’ultimo sopravvissuto della “Battaglia di Inghilterra” deve la vita.

Facciamo un passo indietro, per rispondere all’appello lanciato dalle pagine del Messaggero e poi anche dal nostro quotidiano, si sono mobilitati l’amministrazione comunale copparese e l’associazione Archeologi dell’Aria - che gestisce il museo La Tratta -, che hanno contribuito a diffondere la richiesta dell’oggi 104enne eroe della Royal air force. La vicenda è così rimbalzata sui media e sui social e, in particolare, è stata attraverso la televisione che Lina Volpi, la figlia di “Carla” Fabbri oggi residente a Tamara, ha sentito qualcosa di molto familiare, una chiara assonanza con i racconti della mamma, scomparsa esattamente dieci anni fa, il 9 dicembre del 2013. Avendo sentito della ricerca di una allora “bambina ferrarese” ha contattato gli Archeologi dell’Aria e i pezzi del puzzle sono andati via via trovando il loro posto.

«Stavo ascoltando la televisione quando hanno dato questo servizio - racconta Lina alla Nuova Ferrara -, ho guardato mio marito e ho detto che questa era la stessa storia che raccontava mia madre. Ma nel servizio si parlava genericamente di Ferrara, poi attraverso Fabio Raimondi degli Archeologi dell’Aria ho capito che la zona era quella dove abitava mia madre da piccola con la sua famiglia».

La caduta Carla abitava fuori Coccanile, verso il fiume Po, in una zona dove oggi non vi sono più abitazioni. L’aereo pilotato da Hemingway, uno Spitfire partito da Ravenna il 23 aprile del 1945, è caduto fra Copparo e Coccanile: «Bisogna capire se il pilota è stato spostato dal vento col paracadute o a casa di mia madre è arrivato a piedi». In ogni caso, mamma Carla aveva narrato le vicende della primavera del ’45: giorni terribili, di una paura tanto profonda che ancora si leggeva nei suoi occhi di adulta. «Ce lo raccontava da piccole, poi da anziana non ne ha più parlato – aggiunge Lina -. Ci ha detto che avevano salvato, sfamandolo e aiutandolo a scappare, un militare inglese». Il 104enne pilota dice che la bambina aveva 7-8 anni, in realtà Carla allora ne aveva quasi 10, «ma oltre a essere la più piccola di dieci fratelli era anche minuta di fisico, quindi ci sta che lui la ricordasse di età minore». Poi, chiaro, i ricordi dopo quasi ottant’anni non possono essere così precisi, tanto è vero che nelle frasi riportate dall’Inghilterra si dice che la bambina avrebbe accompagnato Hemingway durante la notte verso la linea dove si trovavano gli alleati passando per un bosco, del quale mai vi è stata traccia nel Copparese. «Premesso che non posso dire con certezza si trattasse di mia madre, penso che molto semplicemente lei su indicazione dei genitori abbia accompagnato il pilota nella giusta direzione e anche se non si capivano sarà riuscita a spiegargli la strada giusta e a metterlo così in salvo».

La testimonianza di Lina, nel frattempo, è stata incrociata con quelle di alcuni altri abitanti: Guglielmo ricorda che al pilota erano stati forniti i vestiti indossati dai contadini locali, e Anna Maria, che allora aveva sette anni, conferma che erano poche le bambine di quella fascia d’età in paese, fra cui proprio Carla. «In quei giorni i tedeschi avevano scelto come propria base a Coccanile il palazzo che si trova vicino alla chiesa». E da lì avrebbero braccato Hemingway: la conclusione è che Carla poteva essere la bimba che ha portato in salvo il pilota. 


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