La Nuova Ferrara

Ferrara

Il caso

Ferrara, schianto di via Canonici: c’è una donna indagata

Daniele Oppo
Ferrara, schianto di via Canonici: c’è una donna indagata

L’accusa è omicidio stradale per la morte di Alessio Maini

14 dicembre 2023
3 MINUTI DI LETTURA





Ferrara La “buca”, quell’avvallamento in via Canonici fatto ricoprire in fretta e furia dalla Polizia locale subito dopo l’incidente, non ha avuto un ruolo determinante. Anzi, non ne avrebbe avuto alcuno nel causare la morte di Alessio Maini, 38 anni, vittima di un incidente stradale con la sua moto, poco la mezzanotte di giovedì 10 agosto.

Per il consulente della Procura, Maini aveva già perso il controllo della sua Ducati Monster da prima, per poi cadere e schiantarsi decine di metri più in là contro un’auto, una Citroen C3 parcheggiata sul lato opposto della strada.

Parcheggiata, come altre auto quella notte, in divieto di sosta. E per questo la sua proprietaria, una ragazza che quella notte, dopo aver sentito il forte rumore dello schianto uscì di casa e cercò anche di rianimare Maini, è indagata dalla procura per omicidio stradale. Le indagini sono state chiuse recentemente dal sostituto procuratore Stefano Longhi.

Secondo le risultanze della consulenza, il 38enne, che era appena andato via dal vicino pub Rhein & Meuse, ha percorso via Giovanni Battista Canonici ad altissima velocità. In effetti alcuni testimoni avevano riferito fin da subito di aver sentito anche il rumore dell’accelerata. Maini, che era un pilota esperto, conosceva molto bene quella strada, avendo vissuto per molti anni in quella zona.

Dopodiché Maini ha perso il controllo del veicolo. Via Canonici non aveva un manto stradale regolare, nel tratto di strada percorso c’erano molti avvallamenti e, da quanto emerso, non è stato quello che era appena successivo all’intersezione con via Trotti–Mosti a determinare la perdita di controllo della moto, che viaggiava molto al di sopra del limite di velocità.

Una volta caduto, Maini ha avuto anche la sfortuna di andare a sbattere in maniera molto violenta contro la Citroen C3 parcheggiata più o meno all’altezza dell’intersezione successiva, quella con via Pareschi, e poco prima del curvone dove la strada si trasforma in via Carlo Cattaneo. Da lì poi, è ritornato nella corsia del suo originario senso di marcia, circa dieci metri più avanti dove il corpo di Maini si è fermato, mentre la moto è scivolata ancora più avanti.

Quella C3 purtroppo non doveva esserci, e la violazione del codice della strada si collega causalmente, secondo l’impostazione tenuta finora dalla procura, con il decesso del 38enne.

Non vi è certezza sul fatto che fosse stata la stessa indagata a parcheggiare lì la sua auto, perché non sono stati approfondimenti su chi la avesse effettivamente in uso. C’è comunque un orientamento giurisprudenziale, e su questo si basa la procura, che identifica un grado di responsabilità nel proprietario del veicolo.

Subito dopo l’incidente, anche per via dell’intervento molto repentino degli operatori stradali, in molti avevano collegato l’avvallamento all’incidente, lamentando anche una certa trascuratezza da parte del Comune relativamente alla manutenzione della strada e un intervento, di contro, a tragedia ormai avvenuta. 


© RIPRODUZIONE RISERVATA