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Ferrara, sul tavolo degli anti-Fabbri solo la candidatura Anselmo

Stefano Ciervo
Ferrara, sul tavolo degli anti-Fabbri solo la candidatura Anselmo

Doppio ribaltone in poche ore, dalle primarie al nome unico

14 dicembre 2023
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Ferrara Agli anti-Fabbri resta solo Fabio Anselmo. È questo l’esito di una giornata che definire convulsa e contraddittoria è poco, iniziata di mattina presto sotto l’influsso della seconda parte dell’assemblea dem, che aveva sostanzialmente capovolto le indicazioni della prima parte della discussione; e di nuovo ribaltata nelle dinamiche e negli esiti dallo stesso “candidato sindaco in pectore”, che con il suo secco rifiuto a partecipare a primarie sulle quali i dem ferraresi stavano provando a portare il Tavolo della coalizione, ha fatto precipitare la situazione. Di qui il ritiro di Laura Calafà, l’unica alternativa ad Anselmo, e quella che il segretario provinciale Pd, Nicola Minarelli, ha chiamato «un quadro molto più chiaro per tutti. Questa sera (ieri, ndr) discuteremo quindi della candidatura unica di Fabio Anselmo, confidando possa essere sostenuta convintamente da tutto il Tavolo». La riunione è andata avanti fino a notte fonda, ad attenderne gli esiti era lo stesso avvocato che si è limitato a «prendere atto di quanto accaduto: non sciolgo ancora del tutto la riserva, vediamo cosa emerge dal Tavolo dell’Alternativa».

La giornata L’assemblea dem della notte precedente che si era sviluppata in maniera imprevedibile, rispetto all’avvio orchestrato dal segretario comunale Alessandro Talmelli, che aveva dato la parola ai segretari di sezione per esprimere il “sentiment” della base, ottenendone queste risposte: no alle primarie, in maggioranza, e qualche pronunciamento solo a favore di Anselmo. Nel dibattito successivo erano però emerse le critiche nei confronti del metodo utilizzato per queste consultazioni (Ilaria Baraldi, ad esempio, ha sottolineato come non ci sia stata omogeneità tra circoli), e soprattutto aveva preso forza il partito delle primarie. Schleiniani, per lo più, ma non solo. Tanto che Minarelli aveva potuto appoggiarsi a loro per annunciare l’intenzione di portare, l’indomani, sul Tavolo dell’Alternativa una proposta di “metodo” per la scelta tra Anselmo e Calafà, con le primarie di coalizione in pole position. Una soluzione che avrebbe in ogni caso portato a gennaio, forse oltre, la decisione definitiva, esponendo i due candidati ad una vera e propria campagna elettorale. «Chi è contrario alle primarie dovrebbe però dire cosa propone in alternativa per tenere unito il tavolo, ad esclusione del ticket con un accordo tra i due che non c’è» ragionava in mattinata Ilaria Baraldi, già referente degli schleiniani.

Venuto a conoscenza di questo scenario, però, Anselmo ha reagito in maniera molto forte. Risultano contatti anche con i referenti regionali della segreteria nazionale del Pd, cioè Davide Baruffi e Igor Taruffi, oltre ai segretari locali: a tutti l’avvocato ha fatto sapere di non voler affrontare altri passaggi considerati inutili e potenzialmente pericolosi in termini di consenso, e di essere quindi pronto a lasciare. Nel frattempo è girato un appello in favore della candidatura di Anselmo, firmata tra gli altri da don Domenico Bedin, Davide Bertasi , Stefano Bottoni e Sergio Gessi, nel quale s’invocava «una svolta vera: sia nei contenuti programmatici ma soprattutto nel metodo di governo. Serve innovazione sia politica che programmatica, serve un ritorno alla convivenza civile», solo così ci potranno essere «genuine possibilità di vittoria».

A questo punto l’unica soluzione per tenere insieme tutto era il ticket, ma ci ha pensato Calafà a rompere l’impasse con la sua decisione di ritirarsi dalla contesa (vedi pagina a fianco), e a questo punto Minarelli e Talmelli, non sempre in sintonia in queste settimane roventi, hanno potuto quantomeno andare al Tavolo con il famoso quadro «semplificato».

Cosa succede In teoria la candidatura Anselmo è ora senza ostacoli, al netto delle possibili defezioni dal tavolo di forze contrarie fin dal primo momento a metodo e merito della proposta. Al suo fianco ci saranno Pd, non si sa quanto integralmente, il M5s, Prc, il gruppo di Anna Ferraresi, bisogna vedere chi delle altre quindici forze dell’originale coalizione. E giunti a questo punto non è nemmeno il caso di escludere ulteriori colpi di scena dalla nottata.

L’avvocato si trova in una posizione di forza, sul programma vorrà valutare i gradi di libertà lasciati da quanto già scritto dalla coalizione, e sulla scelta degli uomini. Circolava nel suo entourage la volontà di coinvolgere, ad esempio, il collega Alberto Bova, ed è presto per capire se riemergerà il ticket uomo-donna. Ma anzitutto c’è da chiudere ufficialmente il capitolo-candidatura. 

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