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Il caso

Morto nel cantiere ad Argenta, nove indagati

Alessandra Mura
Morto nel cantiere ad Argenta, nove indagati

Sono dirigenti e tecnici Asl e referenti della ditta che sta eseguendo i lavori. Focus sulla segnaletica per il pronto soccorso. L’azienda: «Da noi piena collaborazione»

20 dicembre 2023
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Argenta Dirigenti e tecnici dell’azienda Usl di Ferrara e referenti del Consorzio Imprenditori edili di Modena sono indagati per la tragedia di Giancarlo Caranti, il 75enne di Conselice morto la mattina di martedì 12 dicembre all’interno del cantiere per la costruzione del nuovo pronto soccorso dell’ospedale Mazzolani Vandini di Argenta. Tra i nove indagati ci sono la direttrice generale dell’Asl, Monica Calamai, il direttore sanitario Emanuele Ciotti, il responsabile della direzione medica di presidio, Roberto Bentivegna, il responsabile del Servizio Comune tecnico e patrimonio nonché responsabile unico del procedimento, architetto Giovanni Peressotti, e l’architetto Flavia Sani. L’attenzione della procura è focalizzata anche sulla ditta incaricata dei lavori, e in particolare sulla predisposizione della cartellonista indicante il percorso alternativo per raggiungere l’ingresso del pronto soccorso nel periodo di apertura del cantiere. Già dai primi accertamenti medico legali infatti (domani sarà eseguita l’autopsia) è stato escluso che l’anziano possa essere deceduto a seguito della caduta nell’area del cantiere, dove era finito per sbaglio cercando l’entrata del pronto soccorso; la morte sarebbe invece riconducibile a un infarto. Ed è per questo che uno degli interrogativi a cui l’indagine vuole dare risposta riguarda l’appropriatezza delle indicazioni relative al percorso istituito momentaneamente per raggiungere l’entrata del pronto soccorso.

La vittima, con un infarto in atto, si sarebbe disorientata finendo per sbaglio nell’area del cantiere, interdetta ai non addetti ai lavori. Qui Caranti è stato sopraffatto dal malore, accasciandosi a terra, dove è stato poi rinvenuto da alcuni operai edili che hanno allertato i soccorsi. Ogni tentativo di rianimare il 75enne purtroppo non è servito a strapparlo alla morte, e ora la procura sta cercando di appurare se Caranti avrebbe potuto essere salvato se fosse riuscito a raggiungere il pronto soccorso, e se il suo disorientamento sia stato determinato dalla poca chiarezza delle indicazioni. Gli avvisi di garanzia, va ricordato, sono atti dovuti allo scopo di poter procedere con tutti i necessari accertamenti in condizioni di piena tutela degli indagati, agendo ad ampio spettro per non tralasciare alcun elemento di interesse investigativo. La parte sua l’azienda Usl, interpellata, ribadisce la massima disponibilità e fiducia negli investigatori.