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Ariano, muschio, muffa, cimici e guano: il menù di fine anno all’ex pizzeria

Ariano, muschio, muffa, cimici e guano: il menù di fine anno all’ex pizzeria

La trovata ironica per richiamare l’attenzione sullo stabile fatiscente

27 dicembre 2023
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Ariano Ferrarese Tra il serio ed il faceto fa bella mostra di sé, davanti all’entrata dell’ex pizzeria Laura, nella centralissima piazza Garibaldi, un singolare menù di Capodanno, che i commensali sono invitati... a “gustare”, al chiaro di luna, sotto le stelle.

Qualche buontempone, per burla, ha piazzato il cartello, su cui campeggia un titolo eloquente “Barcollo, ma non crollo”, titolo che, per l’occasione, si è trasformato nel nome di fantasia attribuito allo storico rinomato locale, chiuso irrimediabilmente nei primi anni Duemila.

Due antipasti (tortino di muschio alla brace con salsa di ponga stagionata ed erbette selvatiche in crosta di intonaco muffo), due primi (cannelloni di nutria albina e risotto di anza e pelucchi di moquette), due secondi (travi tarollati, ripieni di coppe e tavelle e frittura mista con cimici, scorpioni e scarafaggi) e dessert (panettone alla cacca di colombo) non certo appetitosi, ma ben congegnati dal burlone o dai burloni di turno, stimolano, anche il passante più distratto ad aprire una riflessione, tra una risata amara ed una battuta.

Foto e commenti si sprecano sul web, dove Alessandro Tancini, consigliere comunale della lista Centrodestra per Mesola, nonché coordinatore locale di Fratelli d’Italia, si fa avanti, per ricordare la necessità di «demolire l’immobile, per agevolare l’accesso alla via Luisari, la strada provinciale 12, che collega Ariano Ferrarese a Serravalle. Il tetto dell’ex pizzeria Laura – incalza Alessandro Tancini – è sfondato da tempo e ora la struttura è diventata una piccionaia. In zona sono incrementati i ratti. I mezzi pesanti in manovra sull’incrocio, più volte hanno toccato gli edifici che sorgono ai lati. Se è vero che l’Amministrazione pubblica non può fare nulla su area privata, deve però sollecitare il proprietario, per la sua messa in sicurezza».

L’ex pizzeria, al suo massimo splendore tra gli anni ’70 e ’80, frequentatissima sino ai primi anni ’90 del secolo scorso, dopo una serie di avvicendamenti nella gestione, chiuse per sempre la saracinesca all’inizio degli anni Duemila.

Nella memoria collettiva degli arianesi c’è ancora il sorriso largo e il savoir faire del suo pizzaiolo storico, Sante Borsetti che, ad un certo punto, fu costretto, per motivi di salute, a cedere il passo ad altri gestori.

«Nessuno dopo di lui – prosegue Alessandro Tancini -, riuscì a continuare a valorizzare il pubblico esercizio e oggi, a più di vent’anni dalla chiusura, è diventato un luogo dell’abbandono e del degrado. Il Comune deve richiamare la proprietà alle sue responsabilità, emulando l’esempio virtuoso dell’acquisto di un vecchio immobile, che si affacciava sul Canal Bianco, un bar latteria, demolito e trasformato in un parcheggio».

Pronta la replica del sindaco e presidente della Provincia, Gianni Michele Padovani, il quale puntualizza che «di immobili, di proprietà privata, che versano in queste condizioni, ve ne sono tantissimi in tutti i Comuni della provincia. Non a caso abbiamo approvato il Pug (Piano urbanistico generale, ndr) nei mesi scorsi, uno strumento urbanistico, che consente di utilizzare gli immobili esistenti e sistemarli, prima di costruire case su nuovi lotti. Alessandro Tancini – osserva il sindaco Padovani -, probabilmente ha già iniziato la campagna elettorale».

A questo proposito, il Comune di Mesola è il primo ente locale della provincia, tra i sette che, a differenza degli altri 14, hanno già approvato il Pug (Piano urbanistico generale), uno strumento che sostituisce tutti i piani edificatori precedenti e che guarda allo sviluppo sostenibile e alla riduzione del consumo di suolo. l

Katia Romagnoli

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