La Nuova Ferrara

Ferrara

Edilizia in bilico

«Superbonus, mercato impazzito. Ora, anche a Ferrara, rischiano committenti e imprese»

«Superbonus, mercato impazzito. Ora, anche a Ferrara, rischiano committenti e imprese»

Il progettista Bellettati: «Idea buona, meccanismo errato. Mai detrazione più dell’80-90%»

28 dicembre 2023
4 MINUTI DI LETTURA





Ferrara Fine d'anno al cardiopalmo per migliaia di famiglie italiane. Sta per scattare, infatti, la tagliola sul Superbonus del 110%, l’agevolazione-record che ha gonfiato il mercato delle costruzioni (e il Pil) negli ultimi tre anni scaricando gli oneri sul bilancio dello Stato. Il governo Meloni è intenzionato a ridurre la detrazione al 70% nel 2024 e ad abbassarla ancora negli anni successivi.

In parlamento, però, si tratta ancora e Forza Italia, incoraggiata dalle associazioni dei costruttori, sta cercando di ottenere un rinvio di alcuni mesi per i cantieri che hanno coperto solo una quota dei lavori. Oggi, per fare pressione sul governo, gli “Esodati del Superbonus” si raduneranno nella capitale. Di tempo ce n’è poco e titolari di appartamenti o di case indipendenti, a lavori non completati, temono di dover spendere decine di migliaia di euro per coprire il margine che lo Stato non ha più intenzione di rimborsare o di dover convivere chissà per quanto tempo con un cantiere mai avviato o mai ripartito.

«L’idea di agevolare l’edilizia, in un momento molto critico per il Paese, in sè era positiva. Sosteneva l’economia e aveva una funzione sociale, migliorando anche il nostro patrimonio abitativo – commenta Daniele Bellettati, progettista e impiantista con un’esperienza di quasi 40 anni – Era sbagliata la formula, il 110% di rimborso fiscale ha drogato il mercato, ha annullato la concorrenza, ha calamitato nel settore anche tanti operatori non qualificati, in qualche caso malintenzionati. Sta per generare danni, non sempre rimediabili, ai patrimoni di tante famiglie e aziende. Non si può esonerare totalmente il committente dai costi. Nel giro di pochi mesi, di un’estate, nel 2020, ho visto raddoppiare letteralmente il costo di un cantiere. Il mercato è impazzito». Come molti colleghi chiamati a lavorare su un singolo tassello della filiera Bellettati ha visto muoversi molti “general contractor” con grande disinvoltura, promettendo ai committenti (singoli o condomìni) un esborso minimo, da 600 fino a 1.500-2.000 euro, solo per lo studio di fattibilità. « “Al resto ci pensiamo noi”, assicuravano spesso i general contractor – ricorda Bellettati – e nessuno aveva quindi interesse a comparare prezzi e condizioni, come si fa per qualunque appalto. Dopo qualche tempo ho ristretto il lavoro sul 110% alle abitazioni indipendenti. Nessuno, ad esempio, spiegava ai proprietari che in caso di contenzioso il costo supplementare spettava sì, in prima istanza, ai singoli per le rispettive quote, ma in caso di inadempienza di una parte dei proprietari la copertura dei costi sarebbe gravata solo su quelli in grado di sostenere la spesa». I prezzi, in molti casi, hanno by-passato i margini assunti dal mercato come riferimento (ad esempio il prezziario del Genio civile) e sono lievitati oltre misura. Questo è uno dei parametri che può innescare una contestazione da parte degli organi di controllo sulla regolarità dell’appalto.

Senza dimenticare, sottolinea il progettista, che un errore può mettere a rischio l’innalzamento dell’efficienza di almeno due classi energetiche e che il lavoro deve essere eseguito rispettando misure, criteri ben precisi, le certificazioni e la conformità alle leggi. Insomma, l’investimento comporta un rischio. «Anche per l’imprenditore – osserva Bellettati – Qualcuno ha redatto per il cliente un preventivo ai costi correnti ma nel giro di pochi mesi, quando il cliente lo ha accettato, si è ritrovato con i prezzi dei materiali raddoppiati. Ha dovuto concordare col cliente il modo per rientrare nei costi programmati. C’è stato chi poi ha scaricato i rincari sui committenti con revisioni di prezzo ripetute nel corso dell’anno». A quattro giorni dalla dead line del 31 dicembre tutti si chiedono come andrà a finire per chi ha ancora il cantiere sospeso o che non è mai partito. Bellettati ha ricavato una sorta di tortina virtuale con l’esito dei procedimenti presi in carico. «Il 30% dei committenti sono spariti dopo lo studio di fattibilità – sintetizza – un altro 30% ha rinunciato a causa di problemi di solvibilità (la mancata cessione del credito o l’impossibilità di ottenere lo sconto in fattura, ndr). Sul resto, nella metà dei casi, le imprese si sono dileguate o hanno significativamente rallentato il completamento degli step. I proprietari di quelle abitazioni vanno incontro a consistenti aumenti dei costi, sostenibili o no. C’è chi ha già fatto capire che non sa come affrontare la situazione che si sta profilando. Ma i problemi li avranno anche le imprese: i Superbonus hanno fatto anticipare lavori originariamente programmati per i prossimi anni. A breve si rischia il deserto, una drammatica frenata del mercato». Un insegnamento per il futuro? «Il Superbonus non può superare l’80- 90%, perché nessuno ha poi interesse a contenere i costi – conclude Bellettati – e per i lavori meglio ricorrere a professionisti certificati e abilitati dagli ordini professionali».

Gi.Ca.

© RIPRODUZIONE RISERVATA