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Il caso

Ferrara, poche badanti e più care

Stefano Ciervo
Ferrara, poche badanti e più care

Le feste hanno aumentato i bisogni ma ridotto le disponibilità. Da Gallas quaranta richieste inevase. A gennaio stipendi ritoccati

28 dicembre 2023
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Ferrara Nel bel mezzo delle festività, con gli impegni familiari e magari qualche giorno di vacanze alle porte, la badante dei propri cari che se ne va può diventare un problema da togliere il sonno. È quanto sta sperimentando in questi giorni un bel po’ di ferraresi che si sono trovati a rimpiazzare la collaboratrice familiare di rientro per un mese o più nel proprio paese, oppure hanno dovuto cercarne una per improvvise esigenze quasi sempre collegate alla salute. Le difficoltà di reperimento di questa ormai fondamentale figura professionale, in una città come la nostra piena di anziani non autosufficienti, è certificata anche dal report di Gallas Group, una delle maggiori società del settore a livello nazionale, i cui uffici di via Darsena sono presi d’assalto da prima dell’inizio delle vacanze. «Il picco delle richieste è stato ormai superato, perché le domande di sostituzioni per le vacanze natalizie sono iniziate per tempo e avevano fatto accumulare a dicembre un’ottantina di ricerche di profili, ma si sono comunque aggiunte nuove richieste - spiega Alberto Gallas, il titolare assieme al fratello Lorenzo dell’agenzia - Attualmente ci sono ancora una quarantina di ricerche attive». Significa che parecchie decine di famiglie ferraresi sono “scoperte” quasi sempre per l’assistenza lungo l’arco dell’intera giornata, non di rado anche notturna, e quindi vivono momenti di reale difficoltà.

Non ha aiutato quest’anno la disponibilità di rimpiazzi il Decreto flussi, con il quale sono stati messi a disposizione 9.500 posti badante extra Ue a livello nazionale a fronte di 87mila richieste, mentre il perdurare della guerra in Ucraina sta facendosi sentire. «Molte donne ucraine rimaste nel Ferrarese come sul resto del territorio nazionale non possono ottenere contratti regolari, perché prive di visto, e questo favorisce le scelte di lavoro nero - spiega il titolare dell’agenzie - Questo aumenta la disponibilità ma anche i rischi per chi si rivolge in maniera autonoma al mercato delle badanti, soprattutto in questo periodo».

Chi può resistere fino alla metà o alla fine di gennaio si dovrebbe trovare in condizioni migliori, dal punto di vista della possibilità di scelta. C’è però la quasi certezza di dover subìre un colpo al portafoglio, visto che dall’1 gennaio scatterà un nuovo adeguamento all’inflazione della busta paga delle collaboratrici. Si tratterà del secondo aumento molto consistente nel giro di due anni, anche in questo caso a doppia cifra. «Oggi lo stipendio di una badante può aggirarsi sui 1.600 euro mensili, compresi contributi e Tfr, l’anno prossimo il rischio è di ritrovarsi a pagare 200 euro in più al mese - è il conteggio di Alberto Gallas - Stiamo parlando di cifre che cominciano a pesare parecchio su di un bilancio familiare». 


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