La Nuova Ferrara

Ferrara

Il caso

Ferrara, il caso stipendi: «saranno pagati a gennaio»

Ferrara, il caso stipendi: «saranno pagati a gennaio»

La risposta del Ministero a Giulia, senza busta da mesi: «Problematica storica, serve una risposta strutturale»

29 dicembre 2023
3 MINUTI DI LETTURA





Ferrara Per Giulia, la 30enne ferrarese supplente assistente amministrativa che da tre mesi non riceve lo stipendio e che in una lettera inviata a Valditara ha condiviso la propria frustrazione per «questa situazione insostenibile», è arriva la risposta (integrale a fianco) del Ministero dell’istruzione, con l’impegno a pagare entro gennaio e per «definire una risposta strutturale» che possa contrastare questa «problematica storica». Il dito è puntato contro i fondi spesso indisponibili che il Miur dovrebbe trasmettere alle scuole proprio per consentire il pagamento degli stupendi dei supplenti brevi, i cui contratti vanno ogni volta rinnovati: «Il sistema di pagamento delle rate è macchinoso – dice la stessa Giulia – perché ci sono vari passaggi prima che queste possano essere liquidate ma è il blocco delle risorse che dovrebbero essere erogare dal Miur il vero problema». E così allo “stato della rata” spesso questo personale precario legge “risorse in corso di assegnazione” o a volte “respinto per incapienza di fondi”. «Intanto continuiamo a lavorare senza percepire lo stipendio per mesi, e quello che è peggio è che sembra una cosa normale. Non si può più accettare tutto questo – continua Giulia – tutti noi che ci troviamo in questa situazione dovremmo fare molto di più, sollevare il più possibile la questione e intraprendere azioni concrete. Già in passato mi è capitato di ricevere a luglio lo stipendio di marzo. Non è possibile che migliaia di persone vengano lasciate in questa situazione».

Si comincia quindi ad alzare la voce, quella che mancava, almeno fino a qualche anno fa, secondo Mauro Santi, segretario della Flc Cgil: «Purtroppo è una situazione frequente ma quando abbiamo provato a sollevare la questione andando anche davanti alla Prefettura, perché per noi si tratta di una vera e propria questione di ordine pubblico, i precari non hanno risposto. Dal canto nostro di solito quello che possiamo fare è mandare una Pec di messa in mora alla scuola, specie se parliamo di supplenti brevi che hanno ancora meno garanzie degli altri precari, o al Tesoro, nel caso delle supplenze al 30 giugno». Per quanto riguarda le cause di questi ritardi nei pagamenti degli stipendi dei supplenti brevi Santi ne identifica tre: «Queste situazioni si presentano quando si esaurisce il fondo ministeriale alla scuola per il pagamento specifico di questi lavoratori, ma anche quando le stesse scuole non fanno in tempo le richieste di pagamento, oppure può capitare che il ritardo sia del Tesoro. In tanti si trovano in queste situazioni, proprio qualche giorno una docente è venuta da me perché non era ancora stata pagata e abbiamo chiamato il Tesoro che ci ha detto che il problema nasceva da una tempistica lunga dell’istituto». Per le scuole la responsabilità però è del Ministero che non manda il fondo ad hoc. Ritardi che non sono una novità, «anche quest’estate era bloccato il Fondo d’Istituto per pagare gli incarichi aggiuntivi». E le conferme arrivano anche dai direttori dei servizi generali e amministrativi (Dsga) che conoscono bene questi iter: «I ritardi non dipendono da noi anche perché i supplenti brevi possono seguire passo passo lo stato della pratica e se si accorgono di ritardi ci segnalano tutto subito. Sono i fondi a mancare, e che il problema sia questo l’ha confermato anche il Mef in una risposta ad un nostro insegnante, che come altri aveva riscontrato ritardi nel pagamento dello stipendio». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA