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Codigoro, il giallo della salma scomparsa: ipotesi scambio di corpi

Katia Romagnoli
Codigoro, il giallo della salma scomparsa: ipotesi scambio di corpi

Si infittisce il mistero attorno alla scomparsa, dall’obitorio di Codigoro, della salma di un anziano di Mesola, Rodolfo Steinwerim, deceduto a fine maggio

01 gennaio 2024
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Codigoro Si infittisce il mistero attorno alla scomparsa, dall’obitorio di Codigoro, della salma di un anziano di Mesola, Rodolfo Steinwerim, deceduto all’Hospice il 26 maggio scorso, per la sepoltura del quale il sindaco Gianni Michele Padovani aveva accolto la disponibilità delle Onoranze funebri Zanellato, ad effettuare il servizio senza spese a carico del Comune.
 

Sembra davvero un rompicapo la sparizione di un cadavere dalla camera mortuaria codigorese, situata all’interno della casa della salute, di proprietà dell’azienda Ausl di Ferrara. Tutte le pompe funebri operanti sul territorio del Basso Ferrarese sono state sentite dai carabinieri, in seguito alla denuncia di scomparsa della salma, effettuata dalla stessa azienda sanitaria locale, ma, a quanto pare, non sono emersi elementi utili a una svolta. Anche le verifiche incrociate tra atti di morti e sepolture di salme tenute in custodia nella camera mortuaria di Codigoro, nel periodo di riferimento, non hanno prodotto alcun esito.
 

Camera mortuaria A complicare la vicenda intervengono due fattori, ossia la lunga permanenza, dal 26 maggio al 24 agosto della salma di Steinwerim in una delle celle frigorifere della camera mortuaria stessa e il mancato reclamo del corpo da parte dei congiunti. Nel frattempo, a distanza di tre mesi dal decesso, a fine agosto, per sbloccare la situazione Enrico Zanellato, titolare della omonima impresa funebre, si era reso disponibile ad effettuare il trasporto e la sepoltura della salma nel cimitero di Mesola, Comune in cui Steinwerim risiedeva da solo, a condizione che l’amministrazione mesolana azzerasse le incombenze burocratiche (costi di bolli e tasse di trasporto da un Comune ad un altro e di inumazione).

Il sindaco Padovani si era adoperato, con i propri uffici, per conferire l’attesa degna sepoltura alla salma, che da tre lunghi mesi stazionava all’obitorio, ma quando Zanellato, con documenti alla mano, ottenuti dall’Hospice di Codigoro, si è recato, il 20 ottobre scorso, nella camera mortuaria, la cella frigorifera risultava incredibilmente vuota.
 

Non si esclude l’ipotesi che possa essere intervenuto uno scambio di salme, ovvero che possa essere stato sepolto, nello stesso periodo, un cadavere al posto di un altro. «Avevo appreso della scomparsa della salma leggendo la Nuova Ferrara – commenta amareggiato il sindaco di Mesola Gianni Michele Padovani -, dopo che l’amministrazione comunale si era prodigata per produrre gli atti necessari ed accogliendo la disponibilità del servizio gratuito offerto dal signor Zanellato. È trascorso altro tempo, senza che il corpo sia stato ritrovato. Confido nel lavoro prezioso ed instancabile dei carabinieri, nella speranza che si possa fare luce su questo inspiegabile, increscioso episodio. Se qualcuno avesse commesso un errore, si faccia avanti».