Ferrara, l'edicolante Tracchi: «Gestire una rivendita di giornali era il mio sogno. Ho deciso di vendere e mi dispiace»
Il titolare del chiosco in centro: «Dopo 20 anni, sono stanco»
Ferrara L’amore per giornali e riviste «che ho avuto fin da bambino», racconta Sergio Tracchi dal chiosco all’angolo fra corso Martiri e il Volto del Cavallo, lo ha portato a lasciare il vecchio lavoro per dedicarsi alla gestione dell’edicola più centrale di Ferrara. Da qualche giorno, però, anche qui è possibile leggere il cartello “vendesi” esposto sulla vetrata del chiosco. Un avviso che ha accompagnato l’uscita di scena di decine di edicole in città e provincia, una morìa che ha desertificato il territorio di intere frazioni e comuni, dove sono letteralmente scomparse le rivendite di giornali e riviste amplificando la crisi delle aziende editoriali e complicando la vita dei lettori, costretti a percorrere chilometri, a volte, per procurarsi la copia cartacea da leggere.
«Ho cinquanta anni e ho scoperto di essere un po’ stanco – racconta Tracchi – Gestisco il chiosco dal 2003 e per me era stato un punto di arrivo da esperienze lavorative precedenti (soprattutto negozi di telefonia, non solo a Ferrara anche a Finale Emilia). Quando ho saputo che questo chiosco era in vendita, nel giro di un paio di giorni ho preso la decisione e l’ho comprato». Da allora di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia e i movimenti dell’economia, come i cambiamenti avvenuti nella società, non hanno risparmiato l’ultimo segmento della filiera della stampa.
«Svegliarsi tutti i giorni alle 4 significa compiere un sacrificio notevole – Tracchi spiega così i motivi della sua scelta – anche rinunciare ad una parte di vita sociale. Credo di poter dire che personalmente si sta chiudendo un ciclo. Se ho già individuato l’attività a cui mi dedicherei in futuro? Ancora no, aspetto le proposte di eventuali compratori. Poi ci penserò». Chi già immagina il cuore della città presidiato da una sola edicola, però, sta correndo troppo. «Non scappo – aggiunge Tracchi – lascio solo quando vendo». In 20 anni, ricorda, ha visto scorrere un pezzo di storia locale, e non, sia sulle pagine dei quotidiani che nel cuore del centro storico. La storia spicciola che accompagna la vita di tutti i giorni, ma anche di quella già entrata in qualche modo nei libri di storia. «Uno degli snodi è stato il terremoto del 2012 – precisa – Il centro aveva perso una parte della sua capacità di richiamo, ma anche la chiusura del Duomo, che dovrebbe essere riaperto a breve, anche se parzialmente, ha ridotto la clientela. Che però mi è rimasta fedele, ho visto crescere tanti clienti: con alcuni siamo diventati amici, a loro consegno il giornale prima che me lo chiedano. Lasciare mi dispiace, lo ammetto, ma l’età e la stanchezza stanno lanciando segnali inequivocabili». L’altro fenomeno impossibile da non notare, prosegue Tracchi, è stato l’avvento di Internet: «Il web ha cambiato la nostra vita e i riflessi - pesanti – si sono avuti in tante attività. Le edicole, con la possibilità di ricevere le notizie direttamente sul computer o sui cellulari, hanno subìto un contraccolpo molto grave». In parte compensato però dalla vendita di altri prodotti, dai libri ai giochi per bambini.
«I libri, come i fumetti, portano qui anche diversi giovani, spesso universitari, che non sono altrettanto attratti dal giornale di carta», conclude Tracchi osservando che «l’aumento dei distributori ha reso un po’ più difficoltosa per noi la tenuta dei registri». Le sue motivazioni non si discostano molto da quelle espresse da Marzia Dalan, l’edicolante di Pontelagoscuro che ha chiuso l’edicola prima di Natale. l
Gi.Ca.
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