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Il caso

Daini uccisi a Lido di Classe. A Volano c’è chi usa arco e frecce

di Katia Romagnoli
Daini uccisi a Lido di Classe. A Volano c’è chi usa arco e frecce

Il Parco del Delta frena sulla caccia: «Non abbiamo ancora i numeri a disposizione». Ma la zona “non protetta” resta una sorta di giungla e Legambiente non ci sta

07 gennaio 2024
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Lido Volano I primi daini sono stati abbattuti nella Pineta di Classe (Ravenna). Il numero fissato dalla delibera regionale di 350 esemplari è stato superato e di conseguenza l’abbattimento è lecito. Il grido d’allarme delle associazioni ambientaliste ha trovato conferma, tanto che in quella zona, al comunicato stampa degli ambientalisti la Polizia provinciale ha affermato che gli abbattimenti da parte dei cacciatori sono leciti e consentiti. E a Lido Volano? La situazione è più complessa e l’Ente Parco aspetta di avere i giusti conteggi. Al momento nell’area di competenza del Parco i daini non possono essere toccati, mentre resta una sorta di giungla il resto del territorio. «Abbiamo anche chi gira con arco e frecce - la denuncia di Legambiente - e per quanto non possiamo scendere nei dettagli, sono già state trovate punte conficcate negli alberi e segnali ben evidenti. Logicamente è necessario correre ai ripari».

L’operazione di abbattimento ritenuta irregolare perché non contemplata dall’unico provvedimento vigente, ossia la delibera di giunta regionale 140/2021 e senza l’adozione di un piano di controllo preventivo. Dopo le reiterate segnalazioni di fine anno, giunte all’attenzione di Italia Nostra e del circolo di Legambiente Delta del Po, in un documento congiunto e durissimo, sottoscritto anche da Oipa, si legge che «giungono altre conferme alle uccisioni di daini, da parte dei cacciatori a spese del nucleo di daini della pineta di Classe/Lido di Classe/Lido di Dante quando invece delibera di giunta regionale che invece ne prevede trasferimenti».

L’allarme. Pare dunque «che la delibera sia stata cancellata con un colpo di spugna. Com’è stato possibile? Chi ha autorizzato – chiedono le associazioni ambientaliste ed animaliste –, se la delibera che vieta gli abbattimenti dei daini sul posto è ancora vigente e com’è stato possibile l’uso di armi adatte allo scopo, ovvero con gittata che può superare il chilometro, senza alcun atto autorizzativo pubblico e senza avviso ai cittadini?».

Paola Batistini, presidente del circolo comacchiese di Legambiente Delta del Po, ribadendo che la delibera regionale del 2021 vieta provvedimenti cruenti, per il contenimento della popolazione dei daini, spiega che «abbiamo invocato, in una riunione di cui stiamo ancora attendendo il verbale, una sperimentazione, già in atto a Ravenna nei confronti delle nutrie e che sta producendo buoni risultati. Mentre al Lido di Classe e di Dante, a ridosso del capodanno si sono visti girare pickup con a bordo uomini provvisti di giubbotti anti-proiettile ed armi ben più sofisticate rispetto alle doppiette dei cacciatori», scene che hanno destato allarme tra i cittadini. «Abbiamo appreso che nel 2022 sono stati abbattuti 10 daini – interviene Francesca Santarella, presidente di Italia Nostra di Ravenna -, ma quanti sono quelli abbattuti nel 2023? Occorre scoprire dove sono state poste le altane e chi le ha autorizzate, perché se non ci sono, significherebbe che gli spari sono avvenuti dai pickup o da terra».

Interpellato sulla vicenda, Massimiliano Costa, direttore dell’Ente di gestione per i parchi e le biodiversità Delta del Po, dichiara che «non abbiamo approvato nuovi atti dopo il piano di controllo dell’aprile 2021. Il nostro ultimo tentativo di attuare quel piano, risale al 2022 e riguardava le catture, mai avviate, perché nessuna ditta ha partecipato alla gara. Abbiamo organizzato un incontro con le associazioni e stiamo predisponendo il verbale. Daremo corso – conclude Costa – agli accordi presi in quella sede, ossia di verificare insieme la dinamica di popolazione del daino».  l

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