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Le regole sulle graduatorie

Case popolari, ferraresi meno favoriti. Rivolta della Lega

Giovanna Corrieri
Case popolari, ferraresi meno favoriti. Rivolta della Lega

La delibera regionale toglie i punti della residenzialità storica. Dura reazione di Fabbri: «Enorme passo indietro»

10 gennaio 2024
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Ferrara È di nuovo battaglia sui requisiti per l’accesso alle graduatorie delle case popolari dopo la decisione della regione Emilia Romagna di modificare il regolamento considerando, in particolare, il requisito della residenza o dell’attività lavorativa da almeno tre anni in Emilia Romagna ancora un requisito di accesso che però non potrà più essere utilizzato dai Comuni per attribuire punteggi aggiuntivi in graduatoria. «Un enorme passo indietro», è la valutazione del Comune di Ferrara che in questi anni ha sempre rivendicato il criterio della residenzialità storica anche in Tribunale, che aveva peraltro bocciato le regole leghiste. Dovrà ora passare in commissione e poi in aula la delibera della Giunta regionale, ma ha subito scatenato reazioni. Se applicata infatti porterà inevitabilmente alla modifica delle graduatorie che nei comuni regolano i sistemi di assegnazione.

«La decisione della Regione di annullare il valore aggiunto della residenzialità storica per l’accesso alle case popolari è un enorme passo indietro nella garanzia dei diritti ai cittadini – ha detto il sindaco Alan Fabbri – Valorizzare chi, da più tempo vive e lavora nella propria città, significa garantire equità sociale e, noi, a Ferrara lo abbiamo dimostrato. La scelta della Regione toglie potere decisionale ai sindaci e, se applicata, finirà per danneggiare i tanti anziani e le famiglie fragili che della casa popolare hanno bisogno e che si vedranno, di nuovo, superare in graduatoria da chi magari è arrivato da poco in città e potrebbe ottenere altri aiuti. Oltretutto Ferrara non è l’unica in Regione ad aver applicato questo criterio: anche Ravenna, Parma, Piacenza e altri Comuni amministrati dalla sinistra hanno valorizzato la residenzialità attraverso i punteggi nelle graduatorie di accesso. La scelta della Regione è incomprensibile e iniqua, va in senso opposto rispetto alle aspettative dei cittadini e rischia di alimentare conflitti sociali in un momento di difficoltà economica che colpisce tutti, in modo trasversale. A Ferrara, dal giorno del nostro insediamento, come avevamo promesso agli elettori, abbiamo lavorato con convinzione per garantire i diritti ai ferraresi di accedere, nel momento del bisogno, ad un bene primario qual è la casa popolare. E i risultati che abbiamo ottenuto sono evidenti. La graduatoria più recente – rivendica il sindaco di Ferrara – per l’assegnazione delle case popolari, guardando alle prime 100 posizioni, conta nuclei italiani nel 72% dei casi e assegnatari anziani per il 50%. Nei primi 100 posti sono entrate 41 famiglie in condizioni di grave fragilità e 28 nuclei al cui interno è presente una persona con disabilità. È ben evidente, dai numeri, che le nostre assegnazioni rispondono ad esigenze reali dei cittadini e vanno a sostegno di chi ha bisogno di una casa e dei più fragili. Al di là di chi, nel tempo, ha voluto farne oggetto di strumentalizzazioni politiche, pensiamo che questi criteri siano di buon senso e capaci di garantire equità sociale. In direzione opposta va la scelta della Regione, che, ancora una volta, come tante volte accade nelle politiche del centrosinistra, basa decisioni strategiche su posizioni ideologiche e non tiene conto della realtà che i cittadini vivono quotidianamente».

Per il deputato emiliano della Lega Davide Bergamini «Bonaccini, evidentemente, preferisce fare propaganda e assegnare le case popolari agli stranieri, ignorando ogni principio di residenzialità storica. La scelta del presidente della Regione va contro tutti quei cittadini che hanno contribuito alla crescita e alla valorizzazione dei nostri territori, pagando le tasse. Non possiamo accettare che sia privilegiato, da adesso in poi, il bisogno economico e che non abbia più peso l’essere nati in Emilia Romagna. Le follie della sinistra per attrarre qualche elettore radical in più non andranno contro i sacrifici dei nostri nonni. La Lega lotterà con tutte le forze contro questa scelta ideologizzata che va contro gli emiliani. Deve essere premiato nelle graduatorie chi vive da più tempo nella zona. Lo dice il buonsenso».

«Una scelta miope e sbagliata che riporta indietro di anni il nostro territorio di anni, rimarcando come le politiche della sinistra siano sempre e solo volte a tutelare gli immigrati anche nei momenti di maggiore difficoltà economica per il Paese e a scapito delle tante famiglie italiane bisognose – dice il consigliere regionale della Lega, Fabio Bergamini – Eliminare la possibilità di decidere quanto far pesare la residenzialità storica nel punteggio di assegnazione delle case popolari toglie un’importante leva agli amministratori locali per garantire l’equità sociale».

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