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Ferrara, sassaiola all’ora di pranzo in zona Gad

Francesco Gazzuola
Ferrara, sassaiola all’ora di pranzo in zona Gad

La presenza di Esercito e forze dell’ordine migliora le condizioni del quartiere. Residenti e attività: «Bene così, si sta meglio». Ma alcuni guai ancora restano

17 gennaio 2024
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Ferrara Sulla ciclabile di via IV novembre sfrecciano ragazzi stranieri su biciclette e monopattini elettrici. È qui che può anche capitare di passare e assistere ad un episodio inatteso con i primi tafferugli faccia a faccia tra due stranieri e il successivo lancio di pietre da una parte all’altra della strada: una delle tante liti che, questa volta, non si è conclusa in sangue.

La Gad uno dei luoghi nevralgici della città, snodo ferroviario di partenze e arrivi, nonché polmone sportivo del territorio. Eppure, dopo un lungo sviluppo dal 1960 al 1990, nell’ultimo trentennio la zona è diventata teatro di violenza e criminalità, sede di spaccio, aggressioni, risse e malavita. Il Grattacielo si è trasformato in anti-Castello Estense, simbolo della Ferrara contemporanea al pari del monumento trecentesco e in sua perfetta contrapposizione geografica – costituiscono l’inizio e la fine di viale Cavour – e morale. È come se da una parte fosse custodito il bello e il buono di Ferrara, mentre dall’altra fosse riversato il brutto e il cattivo. Un’antitesi fortemente percepita dall’inizio del nuovo Millennio, ma negli ultimi anni sembra che l’aria stia cambiando e anche la Gad stia tornando a respirare. Il lavoro e l’impegno dell’amministrazione comunale si è concentrato sulla riqualificazione urbana del quartiere al fine di debellare la delinquenza e consentire ai residenti di riappropriarsi degli spazi in cui abitano. Un obiettivo assunto come una vera lotta dal vicesindaco di Ferrara e celebrata in pompa magna dallo stesso Nicola Lodi nei vari risvolti positivi, tanto da credere che i problemi in zona Gad siano spariti completamente. Se il Grattacielo era ricettacolo di malavita, i recenti lavori e l’opera di recinzione dei parchi pubblici, con chiusura notturna, hanno effettivamente ripristinato il decoro urbano, tuttavia non eliminando la criminalità. Sarà anche possibile passeggiare più serenamente all’interno di Parco Coletta, ma le criticità non hanno fatto altro che spostarsi qualche isolato più distante. Andando oltre il carico-scarico degli autobus si arriverà a piazzale Castellina, luogo in cui Lodi ha già messo mano, ma è proseguendo su via Cassoli che si entra nel vivo del problema.

L’area compresa tra via IV novembre e via Ortigara, infatti, è frequentata da gruppi che mettono a dura prova il decoro urbano e la sicurezza pubblica. I problemi maggiori lamentati dai residenti sono spaccio, risse sporadiche, dovute in gran parte a stato di ebbrezza, o compravendita di droga e disturbo della quiete, ma, negli ultimi mesi, c’è stato un notevole miglioramento della situazione, così come conferma un esercente del luogo anche alla luce del fatto che Esercito e forze dell’ordine sono presenti e girano con continuità, anzi negli ultimi giorni è stato rimodulato anche il piano di monitoraggio e sosta dei militari: «L’amministrazione sta lavorando in modo da bonificare questa zona e ha già ottenuto ottimi risultati. L’intenzione è di riportare l’area alla bellezza dei suoi albori. Ci sono degli spacciatori, ma non sono pericolosi e nell’ultimo mese si sono spostati anche grazie alla recinzione di molti parchi, per ultimo il Giordano Bruno. Il vero problema sta nel sistema che consente a queste persone che vivono di espedienti di continuare a muoversi. Forse altri se li troveranno tra i piedi, ma qua la situazione sta migliorando».

Anche la signora Maria, residente in via IV Novembre, conferma un «parziale miglioramento grazie alla vigilanza costante dell’Esercito, ma i problemi sostanziali rimangono quelli di prima. La chiusura di alcuni locali ci ha permesso di respirare perché ci sono meno litigi: addirittura prima si rincorrevano con i machete, ma adesso non siamo completamente a posto. Rimangono i problemi di spaccio e di sicurezza pubblica perché questo pezzo di strada rimane a loro disposizione. Una volta sono uscita di casa e un ragazzo straniero mi ha fatto il verso: mi si è ghiacciato il sangue, per fortuna nel frattempo è arrivato mio marito ma ho avuto veramente paura. È una situazione difficile: queste persone non hanno nulla, perché non offriamo loro un’alternativa concreta?».