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San Martino, era un lupo: «Tenete i cani al guinzaglio»

San Martino, era un lupo:  «Tenete i cani al guinzaglio»

Avvistamento “confermato”. L’esperto: «No abbattimenti»

22 gennaio 2024
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San Martino Almeno uno tra i diversi avvistamenti di lupi avvenuti nei giorni scorsi nelle campagne attorno a San Martino ha una “validazione”. «Si tratta dell’avvistamento di un maschio solitario, in pieno giorno, a pochi metri dalla recinzione di una casa isolata ma non troppo lontana dal centro del paese» spiega Riccardo Gennari, argentano e referente di Wolf Group, che da anni seguono le presenze di lupi dalle nostre parti. La foto scattata sembra aver tolto ogni dubbio, semmai resta da capire cosa intendesse fare il lupo in quella circostanza: «Si era avvicinata al recinto di due femmine di cani, e quindi ci sono due possibilità: l’interesse per un possibile accoppiamento, oppure per predazione. D’altra parte - sottolinea Gennari - non bisogna mai dimenticare che i comportamenti di questi animali non sono prevedibili, per la loro natura».

Wolf Group ha censito tre branchi di lupi nelle zone di pianura delle province di Ferrara, Bologna e Ravenna, ognuno composto dalla coppia di adulti e da quattro-cinque piccoli, generati alla fine di aprile scorso. «Possono muoversi su di un territorio di 100-200 metri quadrati, che possono sembrare tanti ma in realtà si riducono ad un quadrato di 10 chilometri di lato. Ne potrebbero essere arrivati anche da altre regioni, maschi che hanno lasciato il loro territorio di origine per trovare il modo di accoppiarsi - è sempre l’esperto di lupi a parlare - Hanno paura dell’uomo, l’ultimo che ho visto, ieri nel Mezzano, è scappato alla velocità del fulmine, ma è bene non dare loro confidenza, non trattarli come dei cani, perché appunto se si abituano a ridurre le distanze poi sono imprevedibili. I cani portati a passeggio dagli abitanti di San Martino? È bene tenerli al guinzaglio, perché appunto la presenza del padrone li mette al sicuro, se invece sono lasciati liberi qualche possibilità d’incidenti c’è. Non è il caso di lasciare fuori cibo».

Da quando il lupo ha ripopolato l’Italia si contano solo due aggressioni all’uomo, in Puglia e in Abruzzo, sempre in circostanze particolari. «Ci sono stati in questo periodo più incidenti per cervi, caprioli e soprattutto cinghiali - è la sottolineatura di Gennari - per questo motivo non siamo assolutamente d’accordo con chi, anche tra gli agricoltori, comincia a proporre piani di abbattimento. Non è possibile confrontare i lupi con i cinghiali o addirittura le nutrie, anche perché non esiste la possibilità di una loro proliferazione incontrollata nelle nostre zone. Sono superpredatori, e per questo motivo ad un certo punto satureranno i loro territori, senza potersi moltiplicare». Un limitatore naturale, insomma. 


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