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La polemica

«Cra, aumenti inaccettabili». Tutti i sindacati si mobilitano

«Cra, aumenti inaccettabili». Tutti i sindacati si mobilitano

Cgil, Cisl e Uil chiedono di sospendere la delibera regionale

23 gennaio 2024
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Ferrara La polemica sui rincari delle tariffe delle Case di riposo sale di tono. Per i sindacati confederali e dei pensionati Cgil, Cisl e Uil la decisione della Regione Emilia Romagna di aumentare di 4,10 euro al giorno (quasi 125 euro al mese e 1.500 all’anno) le rette delle Cra (case residenza per anziani) e dei Csrr (centri socioriabilitativi residenziali per disabili) «è ingiusta e sbagliata». Per questo, in vista del presidio organizzato a Bologna per il 13 febbraio davanti alla sede della Regione, stanno per essere avviate ben 29 assemblee su tutto il territorio provinciale per mobilitare tutta la cittadinanza su questo tema; e ci sarà anche volantinaggio nei mercati rionali. «Riteniamo inaccettabile – affermano i sindacati – la decisione della Regione che inciderà fortemente sulle condizioni sociali delle famiglie colpite in questi anni di crisi economica da inflazione a due cifre, prezzi energetici alle stelle, stipendi e pensioni bloccati, e che comporterà un aumento delle famiglie indigenti e un aggravio di costi per i comuni. Chiediamo che la delibera venga ritirata e ricominci il confronto».

«Le nostre richieste al tavolo di confronto non sono state ascoltate» ha detto Francesca Battista (Cgil). Fra queste l’aumento graduale delle rette in base all’Isee «perché le condizioni delle famiglie sono diverse e serve – è sempre Battista a parlare – un principio di equità», oltre che un a gradualità temporale; la richiesta è anche quella di condividere l’aumento del Fondo Regionale per la non autosufficienza. Perché, «non è giusto penalizzare le famiglie di anziani non autosufficienti e disabili che non hanno peraltro avuto adeguati recuperi rispetto a salari e pensioni». Lo stesso Giorgio Zattoni (Uil Pensionati Ferrara) sottolineava ad esempio i dati 2022 Inps: «La pensione media per le donne è di 894,81 euro lordi mentre per gli uomini 1.714,21 euro lordi: è assurdo che su queste cifre si possano anche calcolare 1.500 euro aggiuntivi all’anno per le rette nelle case di riposo». Intanto i sindacati hanno già mandato una nota a tutti i sindaci della Provincia perché tutti i Consigli comunali possano sostenere la proposta di sospensione della delibera, «anche i Comuni avranno infatti impatti da questi aumenti». I sindacati hanno comunque sottolineato il contesto in cui nasce la delibera, «il sotto finanziamento del sistema sanitario che inevitabilmente impatta sulla Regione, il taglio ai fondi per la disabilità». La Giunta però «ha fatto una delibera in modo unilaterale: fino a poco tempo fa come organizzazioni sindacali nel Patto per il lavoro e per il Clima avevamo un sistema di condivisione delle scelte – ha detto Massimo Zanirato (segretario Uil) –. Poi arriva questa scelta e ci chiediamo: ma il Patto esiste ancora?». E poi la precisazione: «Le organizzazioni sindacali fanno politica di merito e non ci facciamo strumentalizzare. Non siamo noi ad essere d’accordo con il presidente della Ctss Fabbri ma lui ad essere d’accordo con noi, ed è la prova provata che non siamo faziosi o di parte. E la cabina di regia che dovrebbe decidere queste questioni è stata fatta? Quando? E chi c’era?». Anche Sandra Rizzo (Cisl) ha chiesto «di ridiscutere la delibera».

In tutto questo sono invece i gestori ad auspicare presto gli aumenti, perché specie durante il Covid hanno avuto un aumento progressivo di spesa che ha portato tanti al limite dell’equilibrio di spesa e a un passo dal fallire. Veronica Tagliati (Cgil) ha sottolineato come la nostra provincia sia peraltro quella con il reddito pro capite fra i più bassi e si è detta molto preoccupata dell’impatto sociale che potrebbe avere questa misura, sottolineando inoltre come le politiche del governo centrale in termini di tagli, anche in sanità, non siano indifferenti a quanto sta accadendo. l

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