La Nuova Ferrara

Ferrara

Il processo

Ferrara. Account falso sul social per adescare una 13enne

Ferrara. Account falso sul social per adescare una 13enne

Un uomo di cinquant'anni avrebbe architettato una specie di trappola per attirare la ragazzina, compagna di scuola della figlia

25 gennaio 2024
2 MINUTI DI LETTURA





Ferrara La fase istruttoria si aprirà il 18 aprile davanti al tribunale in composizione collegiale. Alla sbarra un uomo di 50 anni, accusato di aver adescato una ragazzina, compagna di scuola di sua figlia, che al tempo, parliamo del 2018, aveva 13-14 anni. Ieri, dopo che nella scorsa udienza l’uomo ha cambiato avvocato di fiducia, nominando come proprio legale l’avvocato Giampaolo Remondi, si è tenuta l’udienza filtro con l’ammissione dei mezzi di prova e il rinvio per l’avvio vero e proprio del processo.

I fatti contestati sono naturalmente molto gravi, anche se si sono realizzati tutti nell’ambito virtuale, via messaggi, prima su un social network (Instagram) e poi su Whatsapp, ma che stavano pericolosamente avvicinandosi a sfondare anche la sottile barriera che porta alla realtà fisica, con la pianificazione di un incontro a casa dell’imputato, che per la procura si sarebbe senz’altro realizzato se non vi fosse stato prima l’intervento di un’amica della ragazzina e poi quello della madre, da lei allertata, a interrompere tutto.

Secondo la procura, il 50enne avrebbe architettato una specie di trappola per adescare la ragazzina. Prima, infatti, l’avrebbe contattata su Instagram utilizzando un account falso, tramite il quale avrebbe iniziato a giocare con lei, sfidandola infine a contattare un adulto e poi a proseguire la conversazione anche quando questa- ovviamente del tutto sotto il controllo dell’uomo - aveva iniziato a sfociare in messaggi e richieste di natura sessuale. Da quanto emerso in indagine, lui le mandava sue foto esplicite e la convinceva a ricambiare. Così con dei video di natura pornografica, usati per indurre la ragazzina a compiere e subire atti sessuali, probabilmente anche dal vero.

L’uomo aveva creato un rapporto tale da arrivare a chiamarla al telefono, anche di notte, e intrattenere conversazioni che duravano pochi minuti come anche più di mezz’ora. C’erano anche delle chat, dei messaggi di natura molto esplicita, ma non tutto è stato conservato perché la madre della ragazzina, nella pressione per proteggerla, li ha cancellati probabilmente non pensando di salvarli.

Come detto, l’uomo è accusato di aver cercato anche di avere un contatto reale con la minore, invitandola ad andare a casa sua, suggerendole di inventare una scusa con i suoi genitori, come quella di dover andare a fare i compiti insieme a sua figlia, compagna di scuola, dunque approfittando anche di questa occorrenza. Tutto si sarebbe interrotto appena in tempo, con l’intervento della mamma, avvisata da un’amica della figlia, che ha poi denunciato tutto.

Il 18 aprile verranno sentiti come testimoni gli inquirenti che hanno svolto le indagini. 

Daniele Oppo

© RIPRODUZIONE RISERVATA