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Lido Scacchi, l’agonia del fenicottero ferito. Accordi scaduti, nessun soccorso

Lido Scacchi, l’agonia del fenicottero ferito. Accordi scaduti, nessun soccorso

L’animale è morto in spiaggia dopo due giorni di segnalazioni a vuoto

25 gennaio 2024
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Lido Scacchi Muore in spiaggia con un’ala spezzata un fenicottero rosa, dopo due giorni di segnalazioni rimbalzate tra i telefoni di Forze dell’ordine e Associazione Amici degli animali, e scoppia un caso.

Dal primo gennaio sulla costa comacchiese e in tutta la provincia di Ferrara i volontari dell’associazione, con sede legale a Ravenna e con un centro di recupero della fauna selvatica, attivo nella Garzaia di Codigoro, non sono più autorizzati a soccorrere, con i loro mezzi attrezzati, daini, caprioli, rapaci e tutti quegli esemplari di fauna selvatica, che da anni recuperavano feriti sulle strade, in spiaggia, in aree verdi.

La diffusione, via web, del fenicottero agonizzante sulla battigia del Lido Scacchi, all’altezza del bagno Sagano, ha mobilitato tanti e scosso la sensibilità di tutti, sino al tragico epilogo di ieri. Il magnifico volatile dal piumaggio rosa, appartenente a una specie a rischio estinzione e dunque protetta, ha vagato disperatamente nella sabbia, in attesa di poter essere salvato, ma la burocrazia ha deciso diversamente per via di una convenzione scaduta.

La conferma è arrivata dagli uffici del Settore attività faunistico-venatorie, pesca e acquacoltura della Regione Emilia Romagna, ai quali risulta che la stessa Associazione Amici degli Animali non abbia partecipato, nel mese di novembre, alla manifestazione di interesse finalizzata a ottenere, per la durata di due anni, la gestione del servizio di recupero degli animali selvatici e che a oggi possano rispondere solo a chiamate per prelevare esemplari di fauna selvatica morti, in forza di una convenzione attiva con la provincia di Ferrara. In poche parole, per cavilli burocratici, tanto il territorio ferrarese, quanto quello ravennate, al quale si appoggiava il Cras gestito da Alessandro Pozzati in Garzaia, sono attualmente sguarniti dal servizio di “pronto soccorso” per animali feriti.

In via emergenziale, nella speranza che si possa trovare una soluzione, la Regione Emilia Romagna ha interpellato i due Cras più vicini che, per quanto riguarda i recuperi di animali selvatici in provincia di Ferrara, fanno capo all’associazione “Il Pettirosso” di Modena e al centro tutela fauna esotica e selvatica “Monte Adone” di Sasso Marconi (Mo).

Interpellato telefonicamente, Massimo Marendon, presidente dell’associazione Amici degli animali, che da anni gestisce il Cras di Ravenna, al quale si appoggia il centro di recupero di Codigoro, puntualizza che «noi abbiamo partecipato alla manifestazione di interesse. Ho conservato tutte le Pec. Il nuovo bando presentava criteri inapplicabili. Noi abbiamo mandato una controproposta, aderente alla realtà e siamo in attesa di una risposta. Aggiungo – puntualizza Marendon –, che a Ravenna abbiamo preso in affitto un’area di 25 ettari molto ampia, con tutte le caratteristiche necessarie per un Cras. A Codigoro vorremmo creare un centro autonomo, perché finora si è appoggiato a Ravenna, dopo il recupero degli animali salvati. Abbiamo ottenuto la disponibilità a un incontro con il Comune e con la Pro Loco, che gestisce la Garzaia e siamo fiduciosi, perché il dialogo e la collaborazione non sono mai mancati in questi anni».

La presenza di recinti adeguati, ad esempio, per lo stazionamento e la cura di ungulati feriti è uno dei requisiti ritenuti indispensabili dalla Regione, per il rilascio dell’autorizzazione alla gestione di un Centro di Recupero degli animali selvatici. Daini e caprioli popolano, in gran numero le aree boscate e pinetate del Delta e dell’entroterra e l’attenzione, pertanto, resta altissima.

Katia Romagnoli

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