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Il racconto

Da Codigoro alle Mauritius, turisti scampati al ciclone

Katia Romagnoli
Da Codigoro alle Mauritius, turisti scampati al ciclone

La tempesta tropicale, la gestione dell’emergenza e il ritorno della calma

27 gennaio 2024
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Codigoro Pericolo scampato per Giordano Conti, stimato parrucchiere in pensione, ex presidente provinciale dell’Accademia nazionale acconciatori misti, per Graziella Ferretti, assessora codigorese alle pari opportunità e per un gruppo di amici ed altri connazionali in vacanza nell’arcipelago delle Mauritius, nell’Oceano Indiano. Dopo il decollo dell’aereo da Bologna, rinviato di un giorno, dal 15 al 16 gennaio scorso, la comitiva, che aveva prenotato la vacanza da tempo, è atterrata all’aeroporto di Port Louis, quando ancora il ciclone Belal, con la sua furia minacciosa, si muoveva attorno all’isola principale dell’arcipelago situato a circa 900 chilometri ad est del Madagascar.

Il racconto

«L’impatto maggiore è stato al nostro arrivo all’aeroporto di Port Louis - spiega Graziella Ferretti -, perché ancora l’area era spazzata da venti di burrasca. Ma i momenti più critici erano stati superati e la compagnia aerea, seguendo il meteo, aveva infatti deciso di posticipare di un giorno il volo. Per la popolazione locale i cicloni tropicali sono gestiti come eventi ordinari. Il territorio mauriziano vive di turismo e celermente è stato ripristinato tutto». Alle sue spalle, Belal con la sua forza bruta, ha seminato inondazioni, allagando strade e trascinando via automobili sommerse in oltre mezzo metro di acqua. Ma in meno di 24 ore la situazione è rientrata. Conosciuto e celebrato per le sue spiagge cristalline e per il mare color smeraldo, l’arcipelago delle Mauritius, dopo la crisi pandemica, è tornato ad essere meta ambita e privilegiata per vacanzieri fuori stagione. Da ottobre ad aprile la repubblica mauriziana, scoperta nel 1507 dai portoghesi, la cui lingua ancora oggi è molto diffusa, prima di raggiungere l’indipendenza nel 1968, è stata una colonia olandese, francese ed, infine, britannica.

Provviste

«Le temperature si mantengono stabili sui 35 gradi - afferma Giordano Conti - e anche quando piove, come avvenuto nei giorni scorsi, resta un caldo umido ed afoso. Al nostro arrivo c’era ancora l’allarme tempesta tropicale e quindi, come chi vive nell’isola, dato che abbiamo affittato un appartamento per trascorrere la vacanza, ci siamo attrezzati a fare scorte di generi alimentari e acqua. Soffiava un vento fortissimo e ci siamo attrezzati con l’impermeabile. Nei giorni di pre-allerta le attività commerciali ed i supermercati sono rimasti aperti anche oltre l’orario di chiusura, per agevolare le persone e consentire a tutti di effettuare scorte adeguate in caso di chiusure prolungate». La tempesta tropicale era ormai agli ultimi colpi di coda quando il gruppo di vacanzieri italiani è approdato alle Mauritius. «Al nostro arrivo il livello di allerta era 2. I venti hanno rallentato l’arrivo della tempesta, mantenendo il livello 2. Tutti sono e siamo riusciti a procurarci viveri con molta tranquillità. Non si è assistito ad una corsa allo svuotamento di scaffali. Poi il livello è tornato in sicurezza. Le barche da pesca e i catamarani turistici non sono usciti per sicurezza». Aeroporti, banche, uffici e negozi sono quindi rimasti chiusi solo il 15 gennaio. L’arcipelago è incastonato in un’area dell’oceano indiano posta sulla traiettoria dei cicloni che, durante l’estate (da ottobre ad aprile), attraversano il sud Africa. «Le maggiori difficoltà qui - conclude Ferretti - non sono dovute ad eventi atmosferici eccezionali della portata dei cicloni, ai quali sono abituati, ma alle chiusure imposte dal Covid, perché il Paese vive di turismo».