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Pestaggio per una faida tra trapper, da Ferrara a Padova per l’agguato

Daniele Oppo
Pestaggio per una faida tra trapper, da Ferrara a Padova per l’agguato

Un 24enne residente in città è tra i seguaci più violenti di Baby Touché

26 gennaio 2024
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Ferrara C’è una anche un 24enne residente a Ferrara, tra i sei giovani indagati a Padova per l’aggressione a un coetaneo, “reo” di essere simpatizzante di Simba La Rue, trapper milanese rivale del padovano Baby Touché, anche lui indagato, ma che non ha partecipato alla rissa. La Squadra mobile di Padova ha notificato ieri gli avvisi di fine indagini.

Il fatto è risalente al pomeriggio del 14 febbraio 2022, quando il gruppo composto da giovani tra i 20 e i 29 anni, tutti migranti di seconda generazione, residenti tra Padova, Milano e Ferrara, ha raggiunto la vittima (25 anni) nella stazione ferroviaria di Padova. Sapevano che era lì perché sul suo profilo Instagram aveva pubblicato un video in cui aveva reso nota la sua presenza. Dopo averlo accerchiato, lo hanno colpito con calci e pugni in tutto il corpo, provocandogli diverse ferite (con l’uso anche di un coltello) e lo hanno lasciato inerme a terra.

I primi ad intervenire sono stati gli agenti della Polfer, attirati dalle urla e da un capannello di persone nel frattempo avvicinatesi al luogo per assistere all’aggressione (qualcuna di loro intenta a riprendere e registrare il tutto col proprio telefono). Il giovane ha riferito che gli aggressori erano persone di probabile origine nordafricana, munite di coltello. Né lui né i presenti hanno però fornito collaborazione ai fini dell’identificazione degli aggressori, nel frattempo fuggiti.

Gli accertamenti dalla Squadra mobile patavina, grazie anche ad altre prove acquisite nel corso di una parallela attività di indagine antidroga, che stavano al tempo già conducendo sotto la direzione della Procura di Padova, hanno però consentito di individuare gli esecutori materiali del pestaggio. I poliziotti stavano in quelle settimane investigando su un gruppo di soggetti dediti ad attività di spaccio, anche loro giovani stranieri di seconda generazione, che acquistavano importanti quantitativi di hashish da un fornitore di origini marocchine abitante a Quarto D’Altino (Ve) e che, affidato il trasporto dello stupefacente a giovani incensurati italiani, da loro stessi ribattezzati drivers, provvedevano poi a smerciare nel capoluogo. Fra quegli indagati vi era un 25enne di Cadoneghe (sudanese di seconda generazione), molto vicino al giovane trapper padovano, che commentava le gesta dei suoi “leoni” (così era solito indicare i suoi seguaci), ovvero gli scontri e le risse che sempre più di frequente avvenivano tra i medesimi ed il gruppo di simpatizzanti del trapper rivale.

Dietro gran parte di quegli episodi di violenza si celava la necessità dei due contendenti di aumentare il numero di follower sulle diverse piattaforme social – TikTok, Instagram –, le stesse sulle quali venivano pubblicati in tempo reale gli scontri. Questione di leadership: in occasione del pestaggio di Padova, Baby Touché aveva commentato sui social: «Nessuna scelta solo conseguenza».

L’aggressore ferrarese, peraltro, era già indagato per un altro episodio simile avvenuto nel mese di giugno: una brutale aggressione a un gruppo di cinque persone che usciva dal PrideVillage di Padova e sembra essere coinvolto anche in un altro episodio di violenza avvenuto in Lombardia, sempre nel medesimo contesto. 


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